Un mese di focolai la Marca maglia nera

Lunedì 7 Settembre 2020
IL BILANCIO
TREVISO Treviso maglia nera in Veneto. E ormai è un primato che va avanti da oltre un mese, senza sosta. Ieri il numero di contagi è salito di altre 42 unità, portando il totale di persone attualmente positive al Covid a 1.029. In pratica il triplo rispetto all'andamento nelle altre province più colpite della regione (403 a Vicenza, 368 a Verona, 366 a Venezia e 349 a Padova). Nonostante siano stati 34 i negativizzati rispetto a sabato, la curva continua a salire. E a registrare anche delle vittime. I decessi sono stabili a 335, ma negli ultimi dieci giorni sono state tre le persone che hanno perso la vita: si tratta di ospiti provenienti dalla casa di riposo Villa Tomasi di Spresiano e venuti a mancare nel reparto di malattie infettive dell'ospedale Ca' Foncello dov'erano stati trasferiti. Due donne, una di 90 e una di 95 anni, e un uomo di 87. Tutti dovevano già convivere con altre patologie che ne avevano minato il fisico.
LA DIFFUSIONE
Il virus circola. A differenza dell'inizio della pandemia, quando la provincia di Treviso aveva retto molto meglio di altre il colpo della diffusione del Covid, ora sembra arrivata la vera ondata. La maggior parte dei positivi è asintomatica, ed una buona notizia. I ricoverati sono infatti 22, e soltanto uno ha bisogno di cure intensive. Ma i 1.029 casi sono circa un quarto di quelli totali registrati dallo scorso febbraio: a Treviso, infatti, le persone che hanno contratto il coronavirus sono 4.306. Tra queste non è presente il bambino di 8 anni ricoverato venerdì nel reparto di Pediatria del Ca' Foncello. Il piccolo presentava febbre alta, inusuale per la stagione. Sottoposto al test antigenico rapido era risultato positivo, ma il successivo tampone molecolare ha escluso che avesse contratto il virus. Non è stato così invece per la donna incinta che il 2 settembre era stata inviata dal consultorio all'ambulatorio urgenze ostetriche dell'ospedale di Conegliano per il persistere di nausea e vomito da gravidanza. Dopo i controlli del caso, è risultata positiva. È stata isolata in una stanza singola e gli operatori che erano stati in contatto con lei sottoposti a test rapido: solo un positivo su 30. L'attività di screening continua su tutto il personale. E precauzionalmente anche su tutte le altre pazienti. I risultati sono attesi per domani, ma dall'Usl sottolineano che non c'è alcuna emergenza e che le attività dell'ospedale continuano. Lo ha ribadito anche il direttore generale dell'azienda sanitaria trevigiana, Francesco Benazzi, rispondendo pure alla domanda sul perché nella Marca i contagi siano così diffusi: «Il virus è ubiquitario. A Treviso abbiamo usato come strategia quella di testare tutti a tappeto: sia i contatti stretti e che i contatti dei contatti. Più si testa più si trova. Alla fine troviamo molta gente positiva ma si tratta di asintomatici». In altre parole l'elevato numero di persone colpite dal Covid è direttamente proporzionale al numero di test effettuati e alla scelta mirata su chi farli.
I FOCOLAI
Il Covid ha però colpito in maniera indistinta diversi territori, senza alcun collegamento apparente tra loro. Prima c'è stato il maxi-focolaio all'interno dell'ex caserma Serena con 233 profughi positivi e 11 operatori, ora tutti negativizzati. Poi il caso dell'azienda di macellazione di polli Aia di Vazzola con altri 255 contagiati tra i dipendenti su un totale di 639. Due casi anche all'Electrolux di Susegana, di cui uno legato direttamente al cluster di Vazzola. E negli ultimi giorni sono tornate sotto i riflettori le case di riposo: 36 anziani positivi al Covid e 11 operatori a Villa Tomasi a Spresiano, 10 al centro servizi Civitas Vitae di Vedelago, altri due all'Opera Immacolata di Lourdes di Conegliano gestita dalla Fondazione Sant'Augusta. E tutto mentre manca meno di una settimana al ritorno a scuola di migliaia di studenti, con lo spettro che l'autunno possa regalare ulteriori situazioni di rischio.
Giuliano Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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