Truffa milionaria a rischio prescrizione

Martedì 25 Giugno 2019
Truffa milionaria a rischio prescrizione
RONCADE
Finti leasing come risposta alla stretta del credito, una truffa da oltre un milione perpetrata da decine di aziende e un processo che, a causa della prescrizione, non arriverà mai alla fine. Sono questi gli ingredienti di una vicenda approdata nella aule del tribunale di Treviso dopo il trasferimento da Venezia per competenza territoriale. Ma destinato a morire prima della sentenza di primo grado. Tutto si è svolto infatti tra il 2010 e il 2012 e il reato di truffa si prescrive in sette anni e mezzo. Alla ripresa del processo, nel febbraio del 2020, ci sarà solo da pronunciare il non luogo a procedere per sopraggiunta prescrizione.
L'ATTIVITÀ INVESTIGATIVA
Secondo quanto emerso dalla lunga attività di indagine la centrale di questa colossale truffa ai danni di 5 società di leasing nazionali si sarebbe trovata nella Marca e a condurre le danze del meccanismo ci sarebbe stata la Ci.Effe.Ti., piccola azienda di produzione e commercializzazione di macchinari per lavori agricoli con sede a Roncade. Tra il 2010 e il 2012 la C.Effe.Ti avrebbe prima perfezionato e poi messo in atto l'inganno dei finanziamenti per acquisti fittizi di merce che non sarebbe mai esistita. E lì dove in effetti i macchinari erano reali e venivano venduti non si sarebbe trattato, come invece risulta dai contratti, di apparecchiature moderne ma di vecchi modelli, in alcuni casi neppure della stessa marca o persino non funzionanti. Colpi da 70, 80, 100mila euro sparsi in giro per l'Italia, dalla provincia di Venezia a quella di Catania passando per Ferrara, Roma e Reggio Calabria. Stando alle ipotesi accusatorie la Ci.Effe.Ti avrebbe confezionate delle finte schede tecniche dei prodotti che venivano allegate ai contratti di vendita. La documentazione veniva poi inviata alle società di leasing con la richiesta di finanziamento, che aveva in molti casi a garanzia lo stesso bene.
I CONTI
Nel conto corrente della società di Roncade presso la filiale di S. Biagio di Callalta di una cassa rurale locale, per due anni sarebbero transitate centinaia di migliaia di euro all'anno portando il conto complessivo dell'operazione a oltre un milione. Gran parte di quel denaro non è più tornato alle società di leasing. Dopo qualche tempo, in alcuni casi qualche mese, molte società che avevano acquistato i macchinari hanno infatti smesso di pagare le rate. Ma non è questo che ha fatto scoprire la truffa, a cui la Guardia di Finanza sarebbe invece arrivata attraverso una serie di verifiche fiscali su società del veneziano che risultavano aver sottoscritto i contratti di finanziamento per comperare macchinari agricoli dalla Ci.Effe.TI. Alle denunce si è arrivati dopo analisi dei cespiti aziendali, facendo un raffronto fra i contratti di acquisto e i mezzi effettivamente nella disponibilità delle aziende. Svelando un quadro ancora più clamoroso: i finti leasing sarebbero stati infatti utilizzati per recuperare liquidità da parte di imprese che non riuscivano più ad ottenere aperture di credito dagli istituti bancari pur avendo ancora i bilanci in ordine e che non avevano più a disposizione le risorse per fare fronte alle spese correnti.
La CI.Effe.Ti si presentava a questi soggetti con la soluzione del problema: dei soldi ottenuti dal leasing, infatti, l'azienda di Roncade si sarebbe trattenuta solo una piccola parte mentre gran parte del denaro tornava nelle tasche degli acquirenti dei finti macchinari, che così aggiravano la stretta creditizia peraltro potendo pagare tassi di interesse molto più basso rispetto a quelli applicati ad esempio per i fidi sui conti correnti.
Denis Barea
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