Truffa delle auto usate di lusso: due indagati e 57 vittime

Venerdì 22 Marzo 2019
L'INCHIESTA
TREVISO Un'agenzia per pratiche auto di Quinto Treviso e un'autofficina di Fregona. Ci sono 2 trevigiani tra i 18 indagati a vario titolo dalla Procura di Udine per associazione a delinquere, truffa e falso nella maxi inchiesta denominata Cars Lifting. Un'indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Pordenone e dalla sottosezione di Palmanova della Polstrada di Udine che ha fatto luce sul sistema con i quali gli indagati (cinque dei quali sottoposti a misure cautelari, di cui una in carcere), stando alle accuse, importavano auto di lusso dalla Germania, le immatricolavano senza pagare l'Iva e, per ricaricare ancor di più i guadagni, ne abbassavano il chilometraggio fino a 4 volte grazie all'aiuto di meccanici compiacenti. Una truffa che avrebbe permesso all'organizzazione di non contabilizzare 30 milioni di ricavi e di evadere 5,4milioni di Iva.
CARTE FALSE
I vertici dell'organizzazione, che operava tramite società con sedi legali fittizie a Roma e a Palermo, allestivano autosaloni temporanei (per lo più in Friuli Venezia Giulia) tramite i quali mettevano in vendita, rigorosamente on line, auto di alta gamma come Bmw, Mercedes e Audi, ma pure di lusso come le Rolls Royce. Una di queste, intestata a una società Svizzera, era stata intercettata e sequestrata a Pordenone . Trovato l'acquirente, presentavano le pratiche per l'importazione dall'estero tramite agenzie amiche di Treviso, Padova, Latina e Palermo. Tra queste c'era la Quinto Pratiche auto srl intestata alla 55enne Lucia Dal Zilio. La donna risulta indagata per associazione a delinquere, falso ideologico e materiale. Tramite la sua agenzia i venditori hanno fatto depositare in Motorizzazione autocertificazioni, con firme false degli acquirenti, in cui dichiaravano di aver acquistato le vetture in Germania e di aver pagato le tasse all'estero, allegando per questo delle fatture false. In questo modo le auto venivano immatricolate e la Motorizzazione emetteva la relativa carta di circolazione. Mercoledì mattina, gli agenti della Polstrada di Treviso, che hanno lavorato in supporto ai colleghi friulani, hanno perquisito gli uffici dell'agenzia di Quinto, sequestrando diverso materiale. La 55enne, difesa dagli avvocati Cristiano Biadene e Paola Tavani, è rimasta sotto choc alla vista degli uomini in divisa. «Si dice estranea ai fatti contestati - spiegano i difensori -, e non si capisce che guadagno ci sarebbe stato per l'agenzia, visto che i pagamenti sono tutti tracciati e il guadagno si fa sugli atti presentati».
LO SCHILOMETRAGGIO
I venditori si servivano di due autofficine in cui venivano ringiovanite le vetture, riducendo il chilometraggio dal 50 al 70% di quello reale. Attività che, tramite strumenti sofisticati, sarebbero state messe in pratica a Padova, alla Casa dei Conta Chilometri, e a Fregona, nell'ex autofficina, ora dismessa ma evidentemente ancora utilizzata, intestata ad Antonio Riboni. Anche qui sono stati effettuati dei sequestri da parte della Polstrada.
RAGGIRATI
In totale sono state 635 in Italia le auto immatricolate in modo fraudolento, 210 delle quali in Veneto e 57 nella sola provincia di Treviso. I proprietari, oltre ad essersi trovati con una vettura ben più rodata di quanto previsto e soprattutto pagato, ora non potranno nemmeno utilizzarle visto che la Procura di Udine ha disposto il sequestro penale di tutte le carte di circolazione. Anche i trevigiani, come le altre vittime, verranno convocati nei prossimi giorni dagli investigatori.
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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