«Troppe offese, dalle associazioni pretendiamo più rispetto»

Domenica 17 Febbraio 2019
LA POLEMICA
TREVISO «Con queste due associazioni non voglio più parlare. Dialogo finito. Le critiche le accetto, le offese gratuite no». Il sindaco Mario Conte questa volta abbandona i toni da mediatore e passa direttamente a quelli più ruvidi. La vicenda della sorgente della Cerca di Monigo, recintata da un privato proprietario del terreno circostante, lo ha messo in rotta di collisione con Italia Nostra e Treviso Sotterranea.
LE SCINTILLE
I volti più noti delle associazioni, Romeo Scarpa per Italia Nostra e Roberto Stocco per la sigla che si occupa di preservare e valorizzare le bellezze sotterranee cittadine, si sono scagliati contro l'amministrazione senza risparmiare niente. E Conte non ha gradito. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato uno degli ultimi post pubblicata sulla pagina Facebook di Stocco, dedicato sempre allo spinoso caso della Cerca in cui accusa di aver lasciato mano libera a un privato che ha, appunto, privatizzato un luogo da sempre utilizzato liberamente da tutti (in realtà il terreno attorno alla sorgente è sempre stato di proprietà ma lasciato di libero utilizzo ndr). Un post spigoloso, in cui viene ribadito che la bellezza del paesaggio non può mai essere prerogativa di una sola persona soprattutto se da sempre è stato a uso collettivo, pubblico. Ma il sindaco ha gradito pochissimo la frase finale, diretta non tanto a lui quanto a tutti quelli che consentono operazioni simili: Mi auguro che una montagna di m...vi seppellisca. Nella pagina di Scarpa invece a scatenare la rabbia di Ca' Sugana sono stati i commenti a dir poco ruvidi legati sempre a un post sulla risorgiva recintata. Conte, da buon sindaco social, ha replicato dalla sua pagina: «Ecco come comunicano Romeo Scarpa e Italia Nostra, paladini della giustizia trevigiana a colpi di blog. Tutti i giorni offese, mancanze di rispetto e tentativi di inchiesta poco documentati».
LA REAZIONE
A mente fredda, il sindaco è ancora più duro: «Non sono più disposto ad accettare questi messaggi - sbotta - sempre più offensivi, insinuanti. Quasi che, dietro ogni cosa, ci debba essere sempre un aspetto losco. E poi le battute velenose o, come nell'ultimo caso, gli insulti. Tutto questo non è più tollerabile. Con queste due persone non voglio più parlare e nemmeno confrontarmi con le associazioni che rappresentano». La chiusura è totale. Almeno per il momento. Ma Conte per tornare a mediare su questo caso, come su altri che riguardano i temi cari a Italia Nostra e Treviso Sotterranea, vuole segnali chiari di un ritorno a toni più moderati, se non proprio delle scuse: «Mi dispiace che si trascenda in questo modo - continua - mi pare di essere un sindaco che non si sottrae mai al confronto, per quanto duro e difficile possa essere. Ma le offese non le posso tollerare. Non è questo il modo di rapportarsi. E tutto per 20 metri di recinzione? Mi sembrano toni esagerati. Anche perché non offendono me, o meglio non solo me. Ma tutti i trevigiani. Preferirei parlare da persone intelligenti, senza tante battute inutili, prese in giro o insulti. Ma se le condizioni sono queste, ripeto, il dialogo finisce qui. A queste modalità non mi presto».
Paolo Calia
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