Teatro, furia Pd: «Prima non era il Medioevo»

Sabato 21 Settembre 2019
Teatro, furia Pd: «Prima non era il Medioevo»
LA POLEMICA
TREVISO Da una parte l'opposizione che critica, dall'altra il sindaco Mario Conte che ribatte. La presentazione del cartellone 2019/2020 del teatro comunale Del Monaco ha acceso gli animi. Soprattutto al Pd non sono piaciuti i toni usati durante la conferenza stampa di presentazione; è poi piaciuto pochissimo l'aver sentito definire nuovo Rinascimento l'ingresso del Del Monaco nel Teatro Stabile e Medioevo gli anni precedenti. Paragone letto come una critica all'amministrazione Manildo e alla gestione del teatro della Fondazione Cassamarca prima dall'arrivo del nuovo presidente Luigi Garofalo.
LE CRITICHE
«Siamo tutti felici per la nuova stagione del Teatro Comunale, ma rimandiamo al mittente le offese», inizia Stefano Pelloni, capogruppo del Pd, che mette nel mirino il paragone col Medioevo: «Esprimo solidarietà nei confronti dell'avvocato Gagliardi (ex presidente della Teatri spa ndr), per il trattamento irriconoscente e poco professionale che gli è stato riservato. Apprezzo che il nuovo corso si voglia definire come un teatro del popolo, ma non capisco però come mai questo teatro del popolo abbia cancellato le riduzioni sugli abbonamenti per gli under 30 e li abbia lasciati solo sugli under 26. Il Teatro Stabile del Veneto deve essere la rete sinergica dei teatri di Padova, Venezia e Treviso, Comuni che finanziano lo Stabile, e non il braccio operativo della Regione per le sue politiche culturali, che mette ben pochi fondi. Capisco l'esigenza di Zaia di fare campagna elettorale, visto che l'anno prossimo ci saranno le elezioni regionali, ma trovo ingiusto classificare come medioevo quanto prodotto dal Teatro Trevigiano negli ultimi vent'anni, in cui per la lirica e per la prosa si era raggiunto un livello qualitativo di assoluto spessore». Gian Mario Bozzo (Lista Manildo), è più moderato: «Ho sentito dire dal presidente Zaia che dopo il medioevo oggi inizia un nuovo rinascimento. Ho difficoltà a considerare come veritiera tale valutazione. Evidentemente negli anni precedenti era distratto o voleva solo fare propaganda alla sua parte politica. Fa piacere che Conte abbia deciso di prendersi cura del tema cultura. Significa che l'importante azione intrapresa da Manildo ha avuto effetto anche su di lui. È stato infatti Manildo che ha coinvolto i diversi soggetti della città e della provincia nelle diverse iniziative culturali. Nel merito inizia una nuova importante avventura che gode del supporto fondamentale della regione e del suo presidente vero regista dell'operazione».
LA DIFESA
Il sindaco Conte reagisce: «Le critiche del Pd mi convincono sempre più di una cosa, il loro obiettivo era quello di chiudere il teatro. Capisco e la necessità di criticare sempre e comunque, ma è sorprendente che proprio mentre la città è in festa per la salvezza del teatro, i consiglieri del Pd siano gli unici immusoniti». Conte poi riprende anche quanto letto su alcuni social, dove le critiche dei Democratici e di altri esponenti dell'opposizione sono state particolarmente accese: «Ho letto addirittura esponenti del Pd e dell'opposizione invitare i cittadini a boicottare il teatro, altra cosa incredibile. Questi stanno criticando una vittoria di tutta la città. E allora, considerato che per cinque anni non hanno fatto niente a difesa del teatro, sono veramente sempre più convinto che il loro obiettivo fosse quello di chiuderlo. Non gli piace la programmazione? Benissimo. Vadano pure a vedersi gli spettacoli da un'altra parte, ma pagando».
Paolo Calia
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