Tbc, test anche ai vecchi alunni

Venerdì 29 Marzo 2019
Tbc, test anche ai vecchi alunni
MOTTA
Non si ferma più. Altre due bambine della scuola elementare di Motta sono state colpite dalla tubercolosi e sottoposte a terapia multi-farmacologica. E dopo tutti e 400 gli alunni della primaria, adesso anche quelli di prima media verranno sottoposti al test preliminare per verificare la presenza della malattia. Sono altri cento.
La maggior parte frequenta lo stesso istituto comprensivo. Cinque, invece, si sono trasferiti in giro per l'Italia. Verranno rintracciati e controllati. Nel giro di due settimane sono emersi otto contagi all'interno dell'elementare: due maestre e sei alunni. Tutti nello stesso plesso. E ci sono ancora tre casi sospetti. In queste ore si stanno ultimando gli esami di laboratorio per arrivare alla risposta definitiva.
TASK FORCE ALL'OPERA
Ieri la task force formata dai direttori dell'Igiene pubblica, Malattie infettive e Microbiologia si sono riuniti con la direzione dell'Usl della Marca per fare il punto della situazione. Gli specialisti sono convinti che il focolaio epidemico sia partito da un'insegnante, il cosiddetto caso indice, che ha convissuto per diversi mesi con la tubercolosi sviluppando una carica infettante spaventosa. Lo conferma anche il fatto che le ultime due bambine colpite dalla malattia, che facevano parte degli 11 alunni risultati positivi all'ultima tranche del test Mantoux eseguito su tutti i ragazzi, non sono della classe dove la maestra fa lezione regolarmente.
«Il quadro ci aveva spinto a datare l'inizio della contagiosità allo scorso settembre spiega Sandro Cinquetti, responsabile dell'Igiene pubblica dell'Usl trevigiana ma alla luce del numero dei casi, del quadro clinico del primo caso, che era importantissimo, direi d'altri tempi, e della sua carica infettante, forse mai vista di questa portata dai nostri microbiologi, abbiamo ritenuto di spostare l'inizio della contagiosità. Così facendo, si arriva allo scorso giugno. Di conseguenza, per massima precauzione, abbiamo deciso di andare a controllare anche chi nello scorso anno scolastico ha frequentato la quinta elementare».
LA RACCOMANDAZIONE
Cioè quelli che oggi sono in prima media. Sono in tutto cinque sezioni. Dall'Usl, comunque, predicano calma. Gli specialisti tendono a escludere contagi che non siano partiti dalla maestra.
«Tutti gli eventi sono correlati al caso indice dice Cinquetti ipotizzare la trasmissione della malattia tra casi secondari è un esercizio estremo». In queste due settimane gli specialisti hanno affrontato la questione per cerchi concentrici. Ci sono stati quattro stadi. Prima hanno controllato gli alunni della classe dove insegnava l'insegnante, poi quelli di altre sezioni dove aveva tenuto alcune lezioni, di seguito tutta l'elementare e adesso anche la prima media. Questi ultimi studenti verranno sottoposti al test Mantoux nei prossimi giorni: la puntura sul braccio che evidenzia se si è entrati in contatto con il bacillo di Koch, agente infettivo responsabile della tubercolosi. Lo stesso accadrà per i familiari delle due bambine. Fino a ora, comunque, nessun genitore o parente delle persone contagiate è risultato positivo al test che apre le porte a ulteriori accertamenti: dalla radiografia al torace all'analisi dei succhi gastrici. Il focolaio al momento riguarda proprio solo la scuola.
GLI PSICOLOGI
Per rispondere alle paure che stanno attanagliando alunni, famiglie e personale dell'istituto, l'Usl ha deciso di inserire nella task force anche degli psicologi, in accordo con il preside e il sindaco di Motta. Mercoledì c'è stato il primo incontro a scuola. Adesso ce ne saranno altri. Oltre al call center medico (0422.323888), per le famiglie ne sarà attivato anche uno psicologico.
«La finalità spiega Valentino Gastini, direttore dell'unità Infanzia, Adolescenza, Famiglia è recepire le preoccupazioni di coloro che sono coinvolti nella vicenda e dar loro un adeguato supporto».
LO SFORZO
«Capiamo perfettamente le preoccupazioni che aleggiano tra il personale della scuola e i genitori tira le fila Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca garantisco a tutti che stiamo facendo un grandissimo sforzo per gestire al meglio questa delicata vicenda. L'Usl si è mossa fin dal primo momento con la massima sollecitudine, tempestività e accuratezza. Chiedo a tutti uno sforzo di ragionevolezza: dar corso a paure e inutili dietrologie è del tutto inopportuno in una fase di lavoro delicata il cui obiettivo è garantire, il prima possibile, la chiusura del cerchio con l'individuazione di tutti i possibili casi di contagio e l'avvio della terapia per le persone colpite dalla tubercolosi».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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