Tbc, ricoverati alunno e maestra

Martedì 12 Marzo 2019
Tbc, ricoverati alunno e maestra
ODERZO
Una maestra e un alunno sono stati colpiti dalla tubercolosi. Il doppio caso, un evento raro, è emerso in una scuola elementare della zona dell'opitergino mottense. La malattia è stata individuata nei giorni scorsi. Inizialmente solo sul bambino. Si pensava che il problema riguardasse la sua famiglia. Invece no. L'Usl della Marca ha subito fatto scattare i controlli preliminari, il test Mantoux, sulle persone che avevano avuto contatti stretti con l'alunno, in modo da intercettare eventuali altre persone contagiate. E i risultati hanno chiarito che i familiari del piccolo non avevano alcun problema, mentre quasi tutti i suoi compagni di classe, venti su ventuno, erano entrati in contatto con il bacillo di Koch, l'agente infettivo responsabile della tubercolosi. Nel quadro delle stesse verifiche, una radiografia al torace ha messo in evidenza che anche una maestra era stata colpita dalla malattia.
GLI ACCERTAMENTI
In queste ore tutti gli alunni verranno sottoposti a radiografie ed esami più approfonditi per capire se e quanti sono stati realmente colpiti dalla malattia. E lo stesso si farà con i familiari della maestra, che ieri è stata ricoverata nel reparto di malattie infettive del Ca' Foncello per iniziare la terapia contro la tubercolosi.
«All'inizio abbiamo pensato a un caso isolato, invece poi le cose si sono rivelate diverse fa il punto Sandro Cinquetti, responsabile dell'Igiene pubblica dell'Usl trevigiana ora procederemo con accertamenti più approfonditi sui bambini, augurandoci che nessuno abbia sviluppato una forma clinica evidente».
Dall'azienda sanitaria provano a tranquillizzare tutti. Ma la preoccupazione tra le famiglie è palpabile. E non potrebbe essere altrimenti. «Non siamo davanti a un allarme sanitario mette in chiaro Cinquetti non c'è urgenza. Detto questo, però, non perderemo nemmeno un minuto». Gli accertamenti più approfonditi verranno portati a termine nel giro di qualche giorno. Di sicuro entro la fine di questa settimana. Sarà la radiografia al torace a cancellare qualsiasi dubbio. L'istituto comprensivo non ha modificato l'orario delle lezioni. Si cercherà di portare a termine l'indagine senza stravolgimenti. Il piccolo colpito dalla tubercolosi non aveva sintomi evidenti o particolari. È stato sottoposto a una radiografia al torace quasi per caso, nel corso di una serie di esami prescritti per altre ragioni. E qui è inaspettatamente emersa la tubercolosi.
LE DIMISSIONI
A quel punto il bambino è stato ricoverato per seguire una terapia specifica senza avere troppi contatti con l'esterno. Ieri è stato dimesso. Adesso sta meglio. Nel frattempo i medici hanno controllato con test Mantoux i suoi familiari e i compagni di classe, i cosiddetti contatti stretti, per intercettare altri possibili contagiati. Si tratta di un esame che attraverso una puntura sul braccio permette di evidenziare l'eventuale infezione tubercolare.
IL FOCOLAIO
«I familiari sono risultati tutti negativi al test conferma Cinquetti mentre nella classe è emersa una condizione di positività per venti bambini su ventuno». Più la maestra, che ora è in ospedale. Non è in pericolo. Si tratta di una forma di precauzione per trattare al meglio la tubercolosi. Il tutto in attesa di capire se la nuova girandola di esami stringerà il cerchio consentendo di spegnere il focolaio in modo definitivo. «Risultare positivi al test Mantoux non vuol dire automaticamente avere la malattia», ricorda anche Roberto Rigoli, direttore dell'unità di Microbiologia del Ca' Foncello. La positività del test Mantoux, infatti, è bene ricordarlo, indica solo l'avvenuto contatto tra l'organismo e il bacillo di Koch. Solo in rari casi, di regola in soggetti con situazioni cliniche precarie, il contatto può essere seguito dalla malattia vera e propria. Ma non si può abbassare la guardia.
Mauro Favaro
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