Talking Hands: «Condizioni vergognose, chiudete questo centro»

Domenica 2 Agosto 2020
«Chiediamo al prefetto, tutti assieme e a gran voce, la chiusura del centro di accoglienza straordinaria e il ricollocamento dei suoi ospiti in strutture più piccole e dignitose». La richiesta arriva da Talking Hands, il gruppo con base nel centro sociale Django che negli anni ha coinvolto diversi migranti dell'ex caserma Serena nello sviluppo di un opificio, una vera e propria fucina impegnata su mille fronti, dalla produzione di oggetti in legno al design, passando per le attività di sartoria. Le anime del gruppo ieri sono andate davanti all'ex Serena per salutare i migranti che hanno collaborato con loro. «Ci ha spezzato il cuore vedere i loro sguardi dietro alle finestre, salutarci con occhi che chiedevano aiuto, in cui si leggeva tutta l'inquietudine e la paura di essere nuovamente chiusi nel campo, assieme a un numero sostanzioso di soggetti positivi spiegano da Talking Hands Sono stati tanti in questi ultimi mesi i nostri appelli affinché venisse chiuso l'hotspot: le condizioni igienico-sanitarie e la promiscuità a cui sono costretti gli ospiti non sono compatibili con l'emergenza sanitaria in corso». «Gli appelli sono rimasti inascoltati concludono il disprezzo della vita umana e il razzismo delle affermazioni che stiamo leggendo in questi giorni non ha limiti, assistiamo a un processo di falsificazione che indica i migranti come la principale causa di diffusione del virus, ignorando le vergognose condizioni igienico-sanitarie e di vita all'interno dei grandi centri di accoglienza».
M. F.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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