Tagli alle donazioni, l'allarme dell'Avis

Sabato 20 Novembre 2021
MONTEBELLUNA
Centro trasfusionale chiuso cinque giorni su sette: i presidenti dell'Avis della Montelliana, dell'Asolano e della Pedemontana lanciano l'sos. A partire dal prossimo primo dicembre, in vari giorni della settimana è stata prevista la temporanea chiusura dei centri trasfusionali di Montebelluna e Vittorio Veneto. A Montebelluna, i giorni di apertura saranno ridotti a due feriali mentre i sabati e i festivi saranno alternati con Vittorio Veneto. Un taglio ingente rispetto alla situazione attuale, in cui l'attività si svolge tutti i giorni, tutti i sabati e una domenica al mese. Con risultati più che soddisfacenti. Nel centro trasfusionale di Montebelluna, secondo i dati aggiornati al 30 settembre scorso, sono state infatti raccolte circa 2800 sacche di sangue intero e circa 800 di plasma. Inoltre vengono eseguite le visite di idoneità per i nuovi donatori, i controlli e la tipizzazione per il midollo osseo. «L'Usl 2 -dicono i presidenti- motiva questa decisione con l'acuirsi della criticità dovuta alla mancanza di personale medico, che investe l'intero territorio e che si allarga all'intera rete trasfusionale regionale e nazionale. Siamo coscienti del fatto che la carenza di medici è un problema urgente e contingente e che sta mettendo in difficoltà non solo i centri trasfusionali ma anche i reparti degli ospedali; tuttavia, sottolineiamo il nostro sgomento per una tale decisione, nonché per le tempistiche con le quali questa ci è stata comunicata, lasciando poco spazio per ogni possibile soluzione alternativa e maggiormente condivisa».
PROSPETTIVE PREOCCUPANTI
E le prospettive sono molto negative. «Questa decisione -proseguono i presidenti- porterà gravi difficoltà all'intero sistema delle donazioni di sangue, con ripercussioni e conseguenze importanti anche per i donatori stessi». «Infatti -proseguono- il donatore è colui che decide di mettere a disposizione il suo sangue per donarlo agli ammalati che ne hanno bisogno. Nonostante questa sia una scelta altruistica e incondizionata, il nostro dovere è quello di rendere accessibili le strutture e i mezzi affinché il dono si realizzi. Un limite imposto nelle tempistiche di accesso e nella distanza ai centri trasfusionali locali porta con sé il rischio di una notevole diminuzione delle donazioni e della fidelizzazione del donatore». Ma i presidenti sottolineano anche un evidente paradosso: l'Usl richiede un «ulteriore sforzo associativo nel reclutamento di donatori e donazioni». Ciò però è, nell'opinione dei presidenti, «in dissonanza con le reali capacità di raccolta messe a disposizione in un territorio così vasto». «Anche perché -concludono- grazie all'attività di sensibilizzazione nelle scuole, al centro trasfusionale stanno arrivando nuovi giovani donatori, che rappresentano la base per il nostro futuro. Come mantenere questo impegno e questo interesse nelle vecchie e nuove generazioni, se materialmente non abbiamo i mezzi, i tempi e i luoghi necessari per soddisfare questa volontà al dono?»
Laura Bon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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