Sulla chiesa ripulita tornano i vandali

Lunedì 27 Maggio 2019
Sulla chiesa ripulita tornano i vandali
MONTEBELLUNA
Fino alle 22.30 di sabato, momento in cui è passata a dare un occhio una delle Penne nere, la Chiesa di Santa Maria in Colle era ripulita, dopo l'intervento effettuato la mattina dagli alpini. Ieri mattina, invece, l'amara sorpresa: nuove scritte hanno fatto la propria comparsa lungo il muro dell'edificio, lungo quello di cinta e sulla scalinata di accesso. Gli imbrattatori, contro i quali Giovanni Mondin, presidente del gruppo alpini, se l'era presa pubblicamente nei giorni scorsi e nei confronti dei quali lo storico Lucio de Bortoli aveva lanciato un accorato appello sul web, sono tornati a colpire. Lungo le pareti della Chiesa, ci sono segni che non sembrano avere alcun senso. Ma ci sono anche delle iniziali, un M.Z. che sembra quasi una firma. E Mondin è un fiume in piena. «Dopo l'accorato appello di Lucio de Bortoli, questo è il risultato i figli di p.......a colpiscono ancora. Domani (oggi, ndr) provvederò a fare denuncia presso i carabinieri di Montebelluna. È ora di finirla». Poi ha aggiunto: «E' una sfida alla società. Bene, la raccogliamo. O li trova chi di dovere, oppure abbiamo le idee ben chiare su come fare. Il problema potrebbe sorgere se li troviamo noi». Ma come? «Non serve sorvegliare, ci sono altri metodi, il primo dei quali è controllare la rete. Chiederò un incontro al più presto al Sindaco». Intanto, il Palio è con Mondin. «L'Ente Palio di Montebelluna-recita una nota - sono a totale disposizione del Gruppo Alpini Montebelluna, di Giovanni Mondin e di Don Antonio, al fine di realizzare qualsiasi iniziativa possa fermare gli atti vandalici che da molto tempo stanno colpendo Santa Maria in Colle, luogo simbolo del Palio e di Montebelluna». Più cauto, invece, Don Antonio Genovese, prevosto della parrocchia del Duomo. «Non credo sia una sfida -dice- fa bene il silenzio. Vedremo le telecamere. Il grande impegno per gli educatori è quello di far scoprire il bello, il buono e il giusto che abbiamo perso. Mi auguro che avvenga, sapendo che moltissimi sono i bravi giovani; ne abbiamo esperienza quotidiana noi preti». Il sindaco Marzio Favero, pur cauto, non nasconde l'amarezza: «Se i protagonisti degli atti pensano di aver gettato il guanto di sfida sappiano che hanno dimostrato solo ignoranza».
Laura Bon
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