Sul muro gli insulti alla Lega Conte: «Gesto vergognoso»

Lunedì 25 Maggio 2020
VANDALISMI
TREVISO «Sottopasso Appiani, ecco i soliti democratici che deturpano la città. Vergognosi». Così il sindaco Mario Conte commenta, con poche parole, la scritta comparsa ieri mattina sulla parete del sottopasso Appiani: «Salvini e leghisti, ghigliottina ai fascisti», recita lo slogan minaccioso e offensivo vergato con la classica vernice nera. Il sindaco non ha gradito e garantisce: «Domani mattina (oggi ndr) non ci sarà più». La polizia locale esaminerà le immagine registrate dalle telecamere della zona per capire se l'ignoto, o gli ignoti vandali, hanno lasciato qualche traccia. Intanto la polemiche sugli imbrattamenti a sfondo politico è ripartita.
LA DISCUSSIONE
Il sindaco ha pubblicato la foto e il suo commento di condanna nella propria pagina Facebook. E ha subito acceso una discussione che ha immediatamente preso una connotazione politica. Qualcuno, condividendo la condanna per simili gesti, ha però postato la foto di una scritta in vernice verde contro i terroni di chiaro stampo vetero-padano, chiedendo identico sdegno. Il sindaco ha ribadito che tutti gli atti simili sono da condannare, senza eccezione alcuna. Poi ha lasciato che gli interventi proseguissero senza più intervenire.
I PRECEDENTI
Non è la prima volta che il primo cittadino interviene per stigmatizzare non solo chi imbratta, ma anche chi semina messaggi provocatori. Questa estate c'è stato l'episodio del murales, apparso all'imbocco della Restera, che raffigurava Salvini con le fattezze di un diavolo. Non si trattava, ovviamente, di una scritta becera e deplorevole come quella comparsa all'Appiani, i due episodi non hanno punti in comune, ma piuttosto l'opera di un artista che ha voluto essere provocatorio. In quel caso le opinioni in città si divisero e molti difesero il diritto di un artista di esprimersi liberamente. Ma, al di là del contenuto artistico, c'era comunque l'imbrattamento e la presa in giro di quello che all'epoca era il ministro dell'Interno. Anche in quel caso l'immagine venne cancellata nel giro di poche ore. Il writer ebbe però il colpo di genio, qualche giorno dopo, di piazzare una bella cornice proprio nel punto dove la sua precedente opera era stata cancellata. Altro provocazione ironica e intelligente che però si concluse quella sì, con un atto di vero vandalismo: la cornice finì direttamente nel Sile, mettendo fine a un polemica tipicamente estiva.
P. Cal.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci