Sotto sequestro 117 tonnellate di pellet

Venerdì 4 Dicembre 2020
Sotto sequestro 117 tonnellate di pellet
LE OPERAZIONI
TREVISO Diciannove persone di nazionalità straniera sono state denunciate dalle Fiamme gialle per aver importato in Italia 117 tonnellate di pellet. Il materiale, che secondo le diciture doveva essere di alta qualità, presentava invece certificazioni contraffatte. Di conseguenza oltre a rappresentare una frode per i consumatori sarebbe anche andato a minare i principi della concorrenza leale e il suo uso avrebbe potuto rappresentare un potenziale rischio. A scoprire e sequestrare le migliaia di confezioni che entravano nel Paese a bordo di camion provenienti dall'estero sono stati gli uomini della Guardia di finanza della compagnia di Treviso, che hanno fermato e posto sotto sequestro cinque tir e il loro contenuto grazie ai controlli predisposti ai caselli autostradali di Venezia Est a Mogliano sulla A57 all'innesto con la A27 e di Meolo-Roncade sulla A4.
LE VERIFICHE
Con l'avvento della stagione fredda la Guardia di finanza è tornata anche quest'anno a intensificare i controlli sulle importazioni di pellet. In Italia nel 2019 ne sono stati infatti consumati più di tre milioni di tonnellate, a dimostrazione della grandissima richiesta di tale prodotto. Se l'85% di quello venduto è di classe A1 (la più alta qualità per resa, produzione e sicurezza) e il 7-12% è di classe A2, è sulla parte restante che si rendono necessarie verifiche accurate. Si tratta infatti di pellet non certificato, il più delle volte importato dall'Est Europa. Nelle ultime settimane sono stati cinque gli ingenti sequestri delle Fiamme gialle. Perquisendo cinque autoarticolati con targa straniera li hanno trovati stipati di 117 tonnellate di pellet non in regola. Si trattava di sacchetti da 15 chili con diverse etichettature e provenienti da Slovenia, Croazia, Polonia e Ucraina. I mezzi pesanti trasportavano gli imballi di prodotto finito, pronti per la vendita al dettaglio, per conto di società di import export con sede all'estero. Il pellet era destinato ad aziende italiane per lo più del Centro Italia.
LE IRREGOLARITÀ
Le confezioni presentavano però alcuni particolari sospetti. La maggior parte vantava il prestigioso marchio ENplus®, indice internazionale della più alta qualità del prodotto. Le bolle che accompagnavano le spedizioni recavano invece informazioni vaghe, se non del tutto mancanti, circa la filiera di produzione. Le Fiamme gialle si sono quindi rivolte all'Associazione italiana energie agroforestali (Aiel), che per l'Italia ha sede a Legnaro (Padova). Dopo un breve raffronto è emerso che le certificazioni erano soltanto delle imitazioni, apposte su merce di qualità estremamente scadente e di provenienza dubbia. Per questo tutti i carichi sono finiti sotto sequestro così come i veicoli che li trasportavano e la relativa documentazione. Alla Procura trevigiana sono state denunciate 19 persone, a cui la Finanza è risalita percorrendo a ritroso le importazioni. Tra loro, tutti cittadini dell'Est Europa, figurano i cinque camionisti e i titolari delle società di import export che devono rispondere di introduzione nello Stato di prodotti contraffatti, frode in commercio, apposizione di segni industriali mendaci e ricettazione. Non sono invece stati al momento denunciati i referenti di ditte italiane. Il pellet era destinato a rivendite nelle province di Padova, Roma, Frosinone, Pescara e Campobasso e ulteriori accertamenti sono in corso per verificare le posizioni di coloro che avrebbero dovuto riceverlo.
Serena De Salvador
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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