Sinistra Italiana e Manildo: rottura in vista

Domenica 22 Ottobre 2017
Sinistra Italiana e Manildo: rottura in vista
LA CRISI
TREVISO «La prima cosa che mi verrebbe da dire è: no comment. Anche perché Manildo e Grigoletto che vanno a portare solidarietà alla Lega, è un gesto che si commenta da solo. Portano solidarietà a uno come Salvini, che non riesce a mettere le parole democrazia e politica nella stessa frase».
Said Chaibi (Sinistra Italiana) con queste parole da una parte critica l'eccessiva, secondo lui, condanna fatta dal sindaco al blitz di Django contro il tendone della festa della Lega; dall'altra sancisce di fatto la rottura con la coalizione di centrosinistra. Ormai dalle parole si sta passando ai fatti: Sinistra Italiana è pronta a uscire dalla maggioranza, l'annuncio ufficiale verrà fatto la prossima settimana. Ma sono mesi che il gruppo della sinistra vive da separato in casa. Il caso Django è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, la spallata più forte a un'alleanza fin troppo traballante l'aveva già dato la scelta su come spendere i 25 milioni in arrivo dalla vendita delle quote Save. Chaibi e SI avrebbero voluto un maggior occhio di riguardo verso il sociale, il resto della maggioranza ha scelto di investire in interventi nei quartieri e nella copertura dello stadio di Monigo. Già qui la spaccatura era evidente. Dopo la solidarietà alla Lega si può parlare di vera rottura.
ERRORE POLITICO
«Il sindaco ha dato la propria solidarietà a un movimento politico che vorrebbe alzare barriere in mare e che usa solitamente toni e argomenti intollerabili su qualsiasi argomento - sottolinea Chaibi - E tutto per cosa? Per la manifestazione di Django? Django è autonomo e libero di fare tutte le manifestazioni che vuole, ma poi ricordo che in questo caso si è trattato di un'azione a base di detersivo e volantini, non di un assalto all'arma bianca. Il problema, invece, è un altro: qui qualcuno si vuole coprire a destra». E Sinistra Italiana, a questo manovra, non ci sta. Lo sbandamento a destra della coalizione, in realtà saldamente ancorata al centro e quasi sollevata al pensione di non avere un'ala sinistra troppo difficile da conciliare con altre componenti, sta quindi creando i primi effetti: «Le condanne di Manildo e la visita al tendone della Lega non fanno altro che confermare la subalternità del Pd alla destra - rincara Chaibi - lo abbiamo già visto con Renzi. A Treviso poi abbiamo anche figure come il vicesindaco Grigoletto che prima si professa antileghista, poi si atteggia a nuovo Sceriffo. Ma la gente, tra l'imitazione e l'originale, sceglie sempre l'originale».
ASSALTO CRITICATO
La tensione rimane alta - ieri militanti della Lega hanno presidiato lo stand per tutta la giornata per evitare altri guai - e il blitz del centro sociale continua a far discutere. Romeo Scarpa, presidente di Italia Nostra e da sempre dalla parte di Django, questa volta ha usato toni più critici. Dal suo profilo Facebook ha detto che assaltare lo stad leghista non è servito a nulla se non a dare più visibilità alla Lega proprio alla vigila del referendum: «Salvini non piace nemmeno a me - scrive - della Festa della Lega trevigiana non mi ero accorto nemmeno io che abito in zona Stiore. É ben vero che è opportuno manifestare la contrarietà di tutti per i toni razzisti di questi finto autonomisti, ma è anche necessario valutare cui prodest. Ora la mini manifestazione di 20 amici del CSL Django a me appare una grande cazzata sia per il modo che per i tempi. Non è nemmeno una modalità divertente, ma solo un modo per dare visibilità a delle nullità».
Paolo Calia

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci