Sernagiotto si è arreso dopo 7 giorni di agonia

Lunedì 30 Novembre 2020
LA SCOMPARSA
TREVISO Il guerriero ha gettato le armi. Per sette giorni ha lottato nel reparto di terapia intensiva coronarica dell'ospedale Ca' Foncello. Ieri pomeriggio però, alle 16, Remo Sernagiotto ha abbandonato il campo di battaglia. A settembre aveva compiuto 65 anni. Troppo gravi i danni a livello cerebrale causati dall'ipossia conseguente all'arresto cardiaco che aveva colpito l'ex europarlamentare lo scorso lunedì mattina. Oggi i medici che lo avevano in cura lo avrebbero dovuto sottoporre a una nuova valutazione neurologica dopo quella effettuata venerdì, che aveva evidenziato un ulteriore lieve appiattimento dell'attività cerebrale. Non c'è stato il tempo. Il peggioramento del quadro clinico è continuato, inesorabile, fino al decesso.
IL MALORE
L'ex assessore regionale lo scorso sabato aveva sentito che qualcosa non andava. Si era presentato al pronto soccorso dell'ospedale di Montebelluna lamentandosi per un problema al cuore. Gli esami a cui era stato sottoposto avevano evidenziato la presenza di una fibrillazione cardiaca, nulla di così grave da prevedere un ricovero. Da alcuni mesi Sernagiotto assumeva dei medicinali per il cuore che gli erano stati prescritti dopo un piccolo intervento avvenuto all'inizio dell'estate. Un'operazione di routine, andata a buon fine e senza particolari complicazioni. L'ex europarlamentare era stato quindi mandato a casa con una terapia da seguire. Tutto è precipitato lo scorso lunedì mattina: alle 6.30 è stato colpito da un arresto cardiaco. Subito è scattata la richiesta di soccorsi. I medici arrivati sul posto hanno tentato di rianimare Sernagiotto, ormai privo di conoscenza. Si è parzialmente risvegliato solo dopo 20 minuti, un tempo lunghissimo. Immediato il trasporto in ospedale a Montebelluna e poi il trasferimento, in elicottero, a Treviso per il ricovero in terapia intensiva. I primi esami avevano immediatamente evidenziato la gravità delle sue condizioni, apparse disperate. Qualche ora dopo il ricovero era anche rimbalzata la notizia che Sernagiotto fosse deceduto, poi smentita. «È un guerriero innamorato della vita e sta lottando per restare con noi» aveva detto la figlia Gloria, lasciando un barlume di speranza sul fatto che il padre potesse riprendersi. Così non è stato.
LA CARRIERA
Remo Sernagiotto ha lasciato un solco profondo nella vita politica della Marca. Arrivato dalla Democrazia Cristiana, è ben presto diventato uno degli esponenti di punta di Forza Italia, creando una sua potentissima corrente. Dal 1998 al 2002 è stato consigliere comunale a Montebelluna. Nel 2000 è stato eletto in consiglio Regionale e ci è rimasto, ininterrottamente, fino al 2010, quando è stato rieletto per la terza volta e nominato assessore con delega al Sociale dal governatore Luca Zaia. La sua gestione di un settore così importante è ricca di luci e ombre. A contrassegnarla è la vicenda di Ca' della Robinia, ex discoteca che sarebbe dovuta diventare, grazie ai contributi della Regione, un'azienda agricola per il recupero di disabili. Ma che, invece, è stata trasformata in una birreria. Un caso spinoso, costato a Sernagiotto il rinvio a giudizio per truffa. E il procedimento è ancora in corso. Nel 2014 ha lasciato la Regione: con oltre 21mila preferenze è entrato nel Parlamento Europeo. E qui si ferma anche la sua esperienza con Forza Italia per passare nei Conservatori Riformisti di Raffaele Fitto. Sernagiotto avrebbe voluto rilanciare il centrodestra ritenendo ormai conclusa l'azione propulsiva degli azzurri. Finita l'esperienza in Europa è entrato in Fratelli d'Italia puntando alla rielezione. Ma, ormai, la sua parabola politica era in fase discendente.
Giuliano Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci