Segnalazione ai ristoranti: «Non somministrate quel lotto»

Domenica 25 Agosto 2019
I CONTROLLI
TREVISO Gli ispettori dell'Usl e dei carabinieri del Nas sono già risaliti alla partita di alghe che, stando ai primi esami di laboratorio, sarebbero la causa della gastroenterite virale che ha colpito 15 persone, risultate positive al Norovirus. L'allerta (con numero del lotto e nome dell'importatore) è stata diffusa a tutti i ristoranti. La prescrizione è ovviamente quella di non somministrare ai clienti l'alga contaminata. Ma gli accertamenti condotti dal Sian (Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione) dell'Usl e dal Nucleo Antisofisticazioni e salute dei militari dell'Arma sono solo all'inizio.
GLI ACCERTAMENTI
Gli ispettori infatti stanno cercando di capire se il prodotto sia stato acquistato anche da altri ristoranti, giapponesi e non, presenti sul territorio. Il fatto che i malori siano stati registrati a cavallo di Ferragosto lascia sperare che le confezioni contaminate di insalata di alghe siano state già individuate e scartate. Ora però bisognerà risalire la filiera e capire, tramite la ditta che si occupa della distribuzione del prodotto stesso, se vi siano rischi di ulteriori infezioni. Tutte le positività nell'ambito dell'Usl 2, come da protocollo, sia sulle persone che sull'insalata di alghe usata per la preparazione del sushi, sono stati immediatamente segnalate sia alla Regione Veneto che all'Istituto Superiore di Sanità.
LA FILIERA
I carabinieri del Nas si concentreranno soprattutto sulla provenienza delle insalate di alghe. Si perchè, nonostante si tratti di cucina giapponese, non è detto che il prodotto provenga direttamente dall'isola nipponica.
Vi sono infatti diversi paesi, in Asia, dove vengono coltivati questi prodotti destinati al mercato europeo. Da qui la necessità di risalire con precisione a chi ha prodotto e successivamente manipolato il prodotto. Senza dimenticare che il Norovirus, scoperto nel 1972, è associato anche al consumo di frutti di mare crudi, insalate, frutti di bosco, acqua contaminata, cibi freddi, germogli, erbe e spezie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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