Sedici morti, i sindacati: «Questa è una strage senza fine»

Sabato 6 Novembre 2021
Sedici morti, i sindacati: «Questa è una strage senza fine»
LE CROCI
TREVISO Sedici vittime da inizio anno, di cui 8 decedute sul posto di lavoro. E' il tragico bilancio degli incidenti mortali sul lavoro nella Marca. L'ultimo nome in questa scia di sangue è quello di Valentino Zanutto. I sindacati puntano il dito contro quella che definiscono una «strage senza fine», in cui i posti di lavoro si sono trasformati in «cimiteri di guerra». «Non c'è soluzione di continuità alla strage nei cantieri e nelle aziende del nostro territorio. Quante vite dovranno ancora spezzarsi prima che chi deve agire per cambiare la rotta faccia qualcosa? - ci va giù pesante Mauro Visentin, segretario generale della Cgil trevigiana -. Risposte in termini di interventi e programmazione in tema di sicurezza non ne arrivano ancora, siamo agli sgoccioli ormai e qualcuno dovrà fare i conti con il bilancio drammatico di quest'anno, perché queste tragedie peseranno sulla coscienza». Sulla stessa barricata è anche il segretario generale della Cisl Belluno Treviso Massimiliano Paglini: «Basta, deve finire questo scempio che distrugge vite di lavoratori e devasta il futuro dei loro figli, trasformando il lavoro in uno strumento di morte anziché di elevazione umana e sociale».
I DATI
I dati sono drammatici: parlano di 16 vittime nel 2021, 61 in 4 anni e una media di 35 infortuni al giorno, un trend che non è stato rallentato nemmeno dal lockdown. Le sigle sindacali cercano di invertire la rotta con azioni puntando su azioni sinergiche: «Il mese scorso come Cgil, Cisl e Uil abbiamo presentato unitariamente allo Spisal e alla Ulss2 una piattaforma con delle linee guida per rendere realmente efficaci le azioni di controllo dello Spisal e potenziare gli organici, e una richiesta di avvio di un confronto urgente sul tema, ma ad oggi non abbiamo ancora ricevuto risposta», attacca Paglini -. Quella degli infortuni sul lavoro è una vera e propria emergenza, non c'è più tempo da perdere, si deve agire subito, e ognuno deve fare la propria parte, perché la ripresa dell'economia e delle attività non può coincidere con questa ecatombe. Controlli, formazione, investimenti sono improcrastinabili per provare a invertire un trend che sta trasformando i luoghi di lavoro in cimiteri di guerra».
I PRECEDENTI
Tra i casi che più hanno scosso la Marca, quello di Mattia Battistetti, morto a soli 23 anni in un cantiere di Montebelluna. Era il 29 aprile quando è stato travolto in pieno da una carico di 15 quintali caduti da una gru. Tre mesi dopo (era il 21 luglio) un'altra giovane vita spezzata: quella di Aziz Diop, 23 anni pure lui, precipitato da un silos delle Fornaci Grigolin di Ponte della Priula. Ora Valentino Zanutto, folgorato in cantiere. Insieme a loro in questa macabra conta altre 13 croci di chi sul lavoro cercava dignità e sostentamento invece ha trovato la morte. (db)
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