Urlava e lanciava improperi contro i giudici di Treviso «che mi vogliono morto». Era una furia l'avvocato 50enne mentre stava fuori dall'aula del giudice Barbazza che, da lì a pochi minuti, avrebbe cercato di aggredire, fortunatamente senza riuscirvi. All'inizio, racconta chi era presente al quinto piano del palazzo di Giustizia in quei momenti, c'era tra gli altri avvocati un misto di imbarazzo e fastidio. Poi però il comportamento del professionista è diventato chiaramente intimidatorio se non proprio violento e più di qualcuno si è spaventato. Soprattutto gli avvocati donna, che si sono allontanate rapidamente cercando rifugio dentro alle altre aule. Le frasi sconnesse, lo sguardo stralunato, il tono di voce arrabbiato ma a tratti persino disperato ha fatto temere che l'uomo potesse commettere un gesto estremo. «In un istante - spiega uno dei presenti - c'è stato chi ha avuto paura che il collega potesse avere con sé un'arma da taglio o del liquido infiammabile. È esplosa la tensione ed è serpeggiato il panico». Si trattava di timori infondati, ma nonostante questo la paura per i presenti è stata tanta, almeno fino all'intervento della polizia giudiziaria e dei carabinieri.
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