Salvini in piazza dei Signori scontro tra Chaibi e Da Re

Lunedì 19 Febbraio 2018
Salvini in piazza dei Signori scontro tra Chaibi e Da Re
LA POLEMICA
TREVISO La Lega ritorna alle origini, ai suoi luoghi simbolo, da dove è sempre ripartita. A Treviso è la Loggia dei Trecento, palcoscenico assieme a piazza dei Signori di ogni campagna elettorale da più di vent'anni a questa parte. E oggi alle 16 i candidati alle prossime politiche sfileranno accolti da Matteo Salvini, Luca Zaia, Gianantonio Da Re e tutti i vertici del Carroccio schierati.
L'ATTACCO
Ma a rompere il clima di festa ci pensa Said Chaibi, candidato alla Camera di Liberi e Uguali oltre che consigliere comunale di opposizione : «Avrebbero dovuto negare la piazza a Salvini», sbotta. Chaibi la mette giù dura, accusa il segretario della Lega di fomentare le tensioni che si respirano in questi giorni: «Proprio in un periodo in cui stanno riprendendo quota minacce fasciste di ogni tipo, basta leggere quanto accaduto in queste settimane, trovo alquanto discutibile concedere la piazza al leader di un movimento che viene indicato come il fomentatore di questi episodi, che invita ad abbandonare i profughi e usa toni incendiari. La piazza non andava concessa».
Chaibi, nella sua invettiva, dimentica però che Salvini è pur sempre il segretario democraticamente eletto di un partito che governa regioni, comuni e province e che è stato a lungo al governo, sempre dopo aver vinto regolari competizioni elettorali: «Purtroppo è vero, ma tanti partiti dittatoriali sono nati in un contesto democratico. In questo momento certe manifestazioni di piazza andrebbero vietate».
Questa insomma l'accoglienza che la sinistra sta preparando al leader del Carroccio, quanto basta per mettere un po' di pepe su un comizio che in realtà si annuncia piuttosto tranquillo, una sorta di festa con i candidati come se ne fanno in periodo di campagna elettorale.
«RIDICOLO»
Però la reazione a Chaibi non manca. Da Re, segretario nazionale della Lega, per esempio, non ci mette molto a piazzare dei paletti: «Ma cosa dice Chaibi? - sbotta - la piazza è di tutti, siamo in democrazia e tutti hanno diritto a parlare sia: fascisti che antifascisti. È una libertà che ci siamo conquistati. Se poi la democrazia è stata abolita, basta dirlo. Ma trovo ridicolo chiedere che una piazza venga vietata a un movimento. E poi non capisco di cosa si lamenti: se anche loro vogliono andare in piazza a parlare di politica, non devono fare altro che chiederlo. Funziona così: ognuno ha il diritto di esprimere quello che pensa. Forse Chaibi non l'ha capito».
Paolo Calia
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