SALGAREDA
«Era un ragazzo buono come il pane, sempre con il sorriso. È

Martedì 20 Ottobre 2020
SALGAREDA «Era un ragazzo buono come il pane, sempre con il sorriso. È
SALGAREDA
«Era un ragazzo buono come il pane, sempre con il sorriso. È come se avessi perso un figlio». Sono le parole di Carlo Campus, zio di Nicolò Minello, a ricordare il 22enne morto domenica sera nel tragico schianto di Salgareda. Impiegato in un'agenzia immobiliare di San Donà dopo aver svolto lo stesso lavoro a Jesolo, era anche una presenza fissa nel locale di famiglia di Noventa di Piave, lo storico bar Rolando. Calciatore amatoriale e conosciutissimo sia nel paese d'origine che in tutto il Basso Piave, la sua scomparsa ha suscitato immenso cordoglio nella comunità che ora si stringe alla famiglia Minello ma anche a quelle degli altri ragazzi rimasti feriti nell'incidente. Il conducente, Patrick Angeli di 22 anni, è ora indagato per omicidiostradale dalla Procura e l'esame tossicologico eseguito subito dopo il ricovero all'ospedale ha dato esito positivo, segnando un tasso alcolemico di 0,92 grammi litro.
IL RITRATTO
La famiglia di Nicolò è molto conosciuta e stimata a Noventa. La mamma Agostina Niva Perissinotto gestisce il bar Rolando. La primogenita di Niva e Vittorino Minello, Alessandra, di 37 anni, vive a Firenze. Nicolò invece lavorava da un paio di settimane per la Tecnocasa di San Donà di Piave, dopo avere svolto la stessa professione per un'agenzia immobiliare di Jesolo. Ma quando poteva dava una mano al bar: «Un lavoro che gli piaceva dice lo zio Carlo tanto che aveva intenzione di entrare in società, magari portando alcune sue idee. Aveva anche lavorato al Marina Club di Jesolo. Nell'agenzia di San Donà non faceva mancare il suo apporto con serietà e dedizione. Poi gli piaceva anche il modo di vestire, sempre elegante, che il lavoro richiedeva. Era una persona semplice e spontanea: il classico bravo ragazzo. E la stessa compagnia che frequentava era fatta di ragazzi così». Nicolò Minello era anche una promessa del calcio. Attaccante di ruolo, ora era tesserato nel Grassaga, in terza categoria. «Aveva iniziato con noi da agosto ricorda il tecnico Cristian Terreo lo volevo già dalla stagione precedente. Di proprietà del Ponte Crepaldo, l'anno scorso aveva giocato a Meolo. Sabato era con noi per la partita contro il Caorle, con la sua maglia numero 10. Com'era? Un bravissimo ragazzo: nessuna parola fuori posto, sempre disponibile, anche dal punto di vista umano. Di poche parole, ma che si faceva sentire molto nel gruppo e che si faceva volere bene da tutti».
L'INCHIESTA
Angeli, 22enne di Meolo che era alla guida della Bmw320 ora è indagato dalla Procura di Treviso con l'accusa di omicidio stradale. L'auto avrebbe viaggiato a velocità elevata, inoltre il controllo sul tasso alcolemico disposto da prassi dopo l'arrivo all'ospedale del giovane è risultato positivo, con un valore pari a 0,92 grammi di alcol per litro di sangue. Ora il 22enne rischia un pena che oscilla fra i cinque e dieci anni, al netto dei riti alternativi se verranno confermata, come pare, la dinamica dell'incidente e le cause. Al ragazzo che domenica sera si trovava alla guida della berlina è stata anche ritirata la patente. A breve sia lui che l'altro giovane seduto sul sedile anteriore dal lato passeggero saranno ascoltati dal sostituto procuratore Mara De Donà, il magistrato in caricato di condurre l'inchiesta, per fare completa chiarezza sui fatti che hanno portato alla morte del giovane Minello. Per poter fare altrettanto con i due feriti più gravi sarà invece necessario attendere che le loro condizioni si stabilizzino.
Fabrizio Cibin
Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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