Riorganizzazione in ospedale «Questa è emergenza cronica»

Domenica 21 Gennaio 2018
LA REPLICA
TREVISO «La sanità trevigiana è in emergenza cronica». Ivan Bernini, segretario della Fp Cgil, commenta così la decisione della direzione dell'Usl di trasformare per un mese (a partire da lunedì) l'unità di Otorinolaringoiatria in un reparto medico da 40 posti letto per ricoverare i pazienti con complicanze legate all'influenza. Nel mirino del sindacalista non c'è la riorganizzazione studiata dall'azienda sanitaria per tamponare l'emergenza, bensì le condizioni di lavoro del personale: «Da lungo tempo le priorità crude nelle scelte politiche sono solo il contenimento e la riduzione dei costi, evidenti nel sotto-finanziamento della sanità pubblica, nella riduzione dei posti letto, nello stop alle assunzioni e nel blocco nel rinnovo dei contratti di lavoro. Le conseguenze sono quelle che misuriamo oggi, che si manifestano drammaticamente durante le emergenze, ma i cui effetti sono ormai presenti in tutti i periodi dell'anno».
QUESTIONE DI ETÀ
La Cgil guarda in particolare al nodo dell'invecchiamento dei lavoratori. A partire dagli infermieri. «L'allarme sull'invecchiamento dei lavoratori, che spesso si accompagna a patologie che ne rendono difficile il pieno svolgimento delle loro funzioni sottolinea Bernini mette luce sulla necessità di rivedere il sistema dell'età lavorativa e della possibilità di accesso alla pensione».
LA DIREZIONE
Una posizione che trova d'accordo Francesco Benazzi: «C'è il problema della legge Fornero fa il punto il direttore generale dell'Usl della Marca gli infermieri vanno in pensione a 67 anni. E noi possiamo sostituirli solo quando escono. Sarebbe doveroso riconoscere il lavoro degli infermieri come un mestiere usurante. Questo, tra l'altro, ci permetterebbe di avere più turn over». Ma c'è anche un nodo che riguarda i medici. Benazzi non ha mai nascosto che è molto complicato trovare specialisti per gli ospedali periferici. Molti scelgono il Ca' Foncello oppure nulla.
VIA DALLA MARCA
Alcuni camici bianchi, inoltre, preferiscono spostarsi nelle province di Trento e Bolzano, dove vengono pagati il 30% in più, o andare all'estero. «Dicendo che non si trova nel mercato la disponibilità dei professionisti nota Bernini si dice sostanzialmente che bisogna non solo dare dignità alle retribuzioni, ma che è indispensabile rivedere l'accesso universitario nella programmazione del fabbisogno di figure professionali».
M. F.
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