Recupero post-operatorio più veloce: l'Usl sposa Eras

Martedì 4 Agosto 2020
IL PROGRAMMA
TREVISO Recuperare in maniera più veloce da un intervento chirurgico. È l'obiettivo che si è posta l'Usl 2 aderendo al programma Eras (Enhanced Recovery After Surgery) per la patologia epatobiliare. Si tratta di un innovativo sistema di gestione perioperatoria del paziente che, grazie all'applicazione di concetti anestesiologici e chirurgici innovativi, consente di velocizzare la ripresa del paziente dopo l'operazione. Ad applicare il progetto, noto anche come fast track surgery, sarà la IV chirurgia dell'ospedale Ca' Foncello di Treviso, diretta da Giacomo Zanus.
LA GESTIONE
«Con il progetto Eras spiega Zanus - vogliamo guardare al futuro della chirurgia introducendo una gestione che consenta al paziente di riprendere rapidamente le sue funzioni dopo un intervento chirurgico, recuperare precocemente la mobilità e l'alimentazione restituendolo così più rapidamente alla vita attiva in condizioni di sicurezza. Questo comporta un differente approccio con una gestione anestesiologica mirata, l'utilizzo di tecniche chirurgiche mini-invasive all'avanguardia e una riabilitazione post-operatoria precoce: fondamentali, in questo approccio innovativo, risultano anche la collaborazione dei medici di medicina generale, dell'assistenza infermieristica domiciliare e dei nuclei familiari. Il recupero protetto (anche attraverso il monitoraggio telefonico) della dimensione domiciliare rientra in uno degli obiettivi principali del nostro progetto assistenziale: l'umanizzazione delle cure. In IV Chirurgia, così come nell'ospedale Ca' Foncello di Treviso nella sua globalità, la tecnologia di cui disponiamo, le competenze anestesiologiche, chirurgiche, fisiatriche e infermieristiche ci consentono di partire subito con questo ambizioso progetto con il pensiero rivolto alla cittadella della salute gioiello nascente della nostra sanità».
I CONFRONTI
«Nei Paesi del Nord Europa l'applicazione del programma Eras è una pratica diffusa e consolidata da tempo sottolinea il direttore generale, Francesco Benazzi - Nell'Usl 2 il programma, già applicato in alcune delle nostre realtà chirurgiche, viene ora esteso, per la prima volta, anche ai pazienti sottoposti a intervento per gravi patologie epatobiliari. È un ulteriore passo avanti nell'applicazione di protocolli che pongono il paziente al centro del percorso ospedaliero, e contribuiscono ai percorsi di umanizzazione. L'applicazione sarà sperimentale, per la durata di un anno: successivamente sarà esteso ad altre unità operative aziendali coinvolte nella chirurgia epatica».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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