Psicosi 5G, Ca' Sugana assediata per la tecnologia che non c'è

Mercoledì 21 Agosto 2019
Psicosi 5G, Ca' Sugana assediata per la tecnologia che non c'è
LA CURIOSITÀ
TREVISO Mail, lettere, telefonate, messaggi: da giorni gli uffici del settore Ambiente di Ca' Sugana e quello dell'assessore Alessandro Manera sono presi d'assalto. In città è ormai esplosa la psicosi da 5G, nuova tecnologia per il traffico di dati che sta per prendere piede anche in Italia: «Il punto è proprio questo - precisa Manera - sta per mettere piede, ma non lo ha ancora fatto. Per prima cosa è ancora in fase di sperimentazione, poi manca un protocollo di applicazione che verrà realizzato al livello nazionale e non certo locale. E si parla di almeno un anno e mezzo di tempo. Infine, non meno importante: a Treviso questa tecnologia non c'è. Non ci sono ripetitori 5G e non sono in programma».
PAURE
Ma le rassicurazioni dell'assessore non bastano: l'arrivo del 5G sta alimentando paure di ogni tipo legate alla potenza dei campi magnetici. Un po' quello che è accaduto una quindicina d'anni fa, quando l'arrivo dei primi ripetitori in tutta la città scatenarono vere e proprie battaglie tra comitati di residenti, amministrazione e i tecnici incaricati delle installazione che, in alcune occasioni, dovettero lavorare con la scorta delle forze dell'ordine. Adesso quegli stessi timori tornano a fare capolino, ma con il 5G.
PROTESTE
«Mi stanno scrivendo comitati, associazioni, singoli cittadini, decine di messaggi - continua Manera - tutti a denunciare la pericolosità del 5G. Qualcuno ha anche ipotizzato che stiamo tagliando alcuni alberi lungo il Put perché ostacolerebbero il segnale; un altro sospetta che ci siano meno zanzare per via del segnale troppo potente, non per la disinfestazione fatta». Manera allarga le braccia: «Assurdo poi che si lamentino con noi, che ci siamo apposti all'aumento delle antenne rimettendo in discussione un piano trovato già approvato. Con la società di telefonia Iliad stiamo mettendo in discussione tutte le nuove installazioni. Dove possiamo, cerchiamo di utilizzare quelle già esistenti o i campanili e i palazzi alti. È una trattativa continua, fortunatamente Iliad si sta dimostrando molto collaborativa e stiamo trovando delle soluzioni».
P. Cal.
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