Prosecco, spedizioni a picco in 2 giorni Bottega: «Il problema sono i trasporti»

Giovedì 27 Febbraio 2020
Prosecco, spedizioni a picco in 2 giorni Bottega: «Il problema sono i trasporti»
LA POLEMICA
TREVISO Prosecco e liquori con certificazione aggiuntiva di salubrità e sanificazione. Accade anche per le spedizioni in alcuni paesi europei. «Le misure che mi chiedono sono inappropriate, ingiustificate e insensate», osserva Sandro Bottega di Godega Sant'Urbano che vende in 160 paesi con un fatturato dell'azienda rappresentato per l'85% dall'export. Ma i consorzi del Prosecco Doc e dell'Asolo Docg rispondono: «Casi isolati. Ai nostri associati non risulta».
IL NODO
Bottega ha un osservatorio oggettivamente ampio sul mercato estero. In due giorni la sua merce ha registrato un crollo dell'85% delle spedizioni: «Gli autotrasportatori rinviano di settimane i carichi. C'è un panico generale di tutti gli operatori italiani ed esteri perché ho sede in Veneto: stop agli appuntamenti e gli incontri in meeting room, non stringono le mani, ti parlano a debita distanza. Adesso questa assurda richiesta che viene da paesi anche europei che hanno standard nettamente inferiori al nostro. Dovrebbero loro fare la certificazione dei loro prodotti prima di portarli nel nostro paese che, con la Svizzera, è il più sicuro al mondo. Gli organi competenti - auspica - devono comunicare in maniera adeguata a tutto il mondo la salubrità dell'Italia, primis in Veneto, e non la sua contaminazione». Il problema riguarda i trasporti non l'attività. Bottega non denuncia disdette di ordini. Anche Bottega ha applicato lo smartworking. Ma su 165 dipendenti solo tre lavorano a casa perchè provenienti da paesi a rischio.
CONTROMISURE
«Le precauzioni per l'emergenza in azienda sono tutte seguite come da protocollo, specie quelle relative alla disinfezione. E poi - ironizza - l'alcol è il miglior disinfettante e per fortuna ne abbiamo tanto». In un momento di oggettiva criticità per i consumi e l'enogastronomia, i Consorzi di vino con un export molto forte sono però fiduciosi. Il crollo al momento non c'è stato. E non vi sono state neppure grandi complicazioni in relazione al fatto che l'Italia, e in particolare alcune regioni, risultino sotto la lente di diffusione del virus. «Nel mondo della Doc non abbiamo evidenza di richiesta di specifiche rispetto a quello che già per protocollo forniamo - spiega Stefano Zanette - può essere che qualche produttore che nello specifico ha un grande mercato estero però abbia ricevuto richieste in tal senso, non è mio desiderio minimizzare. Anche sotto il profilo degli ordini, non ci risultano particolari contrazioni. Oggi però come Consorzio è troppo presto per dichiarare sofferenze importanti». Zanette spiega che comunque il quadro dell'export è in sofferenza: «In Cina i consumi sono a picco, ma per noi come paese rappresenta l'1% quindi non si tratta di dati significativi. Piuttosto nelle zone del Veneto in cui si sta sviluppando l'allerta contagio comincia ad esserci qualche ripercussione anche sull'attività viticola. Confidiamo nel fatto che questo blocco delle attività ci tuteli per il futuro. La vera incertezza è data dal non capire quanto durerà questo stato di cose», conferma il presidente della Doc. Anche il Consorzio Vini Asolo Montello, che ha una quota di export importante, non segnala evidenze in questo senso. «I nostri associati non hanno comunicato questo tipo di richieste - afferma Ugo Zamperoni - il mercato americano, nostro primo partner non ha ancora dato segnali di tensione, e nel mercato asiatico non abbiamo ancora quote consistenti. In definitiva non abbiamo avuto contrazioni importanti». Un segnale positivo sembra venire dalle fiere: Verona si farà come pure il Prowein. «Mancano 50 giorni ma sembra che si vada verso la conferma del Vinitaly», sottolinea Zanette. «Anche il Prowein sembra confermato», conclude Zamperoni.
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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