Prosecco, i produttori: «No al Prosek»

Mercoledì 15 Settembre 2021
IL CASO
TREVISO La UE apre al Prosek croato: lo sdegno è trasversale. Associazioni di categoria e consorzi esprimono lo sconcerto per l'ok all'iter di riconoscimento del prodotto richiesto dalla Croazia. Ora ci sono 60 giorni per opporsi alla decisione e chiedere il ricorso. «La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale UE della domanda di registrazione del prodotto croato denominato Prosek é sconcertante - commenta Elvira Bortolomiol, presidente del consorzio Docg - l'impegno e la fatica dei viticoltori del Conegliano Valdobbiadene sono concretamente minacciati, così come lo è un prodotto simbolo del made in Italy. Dobbiamo fare squadra per proteggere il nostro prodotto e il nome Prosecco ma anche per non creare pericolosi precedenti. L'Italia è ricca di prodotti simbolici amati in tutto il mondo e la loro difesa è fondamentale per l'economia italiana».
LE REAZIONI
Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi invita però ad un mea culpa collettivo. «Siamo tutti responsabili della piega che ha preso la vicenda Prosek in questi ultimi giorni - aggiunge il Presidente di Confagricoltura Treviso - Quanto sta accadendo dimostra il fallimento del Sistema Italia nel difendere le proprie eccellenze dalle minacce di coloro che cercano di attuare nei nostri confronti una concorrenza sleale attraverso prodotti di diversa qualità. Evidentemente a poco sono servite le grandi manifestazioni di sdegno a cui tutti abbiamo assistito nei mesi passati. Diventa quindi ancora più fondamentale che il mondo del Prosecco ora si muova in maniera compatta. Proprio per questo Confagricoltura Treviso ha deciso di supportare attivamente l'iniziativa di tutela avviata dal Consorzio Prosecco Doc e da Federdoc, e invito tutti i soggetti interessati Istituzioni comprese a unirsi a noi».
LA CONTROMOSSA
Martina Dal Grande, presidente Associazione Giovani Agricoltori Treviso e Delegato Nazionale Anga a Bruxelles per il Ceja, Consiglio Europeo dei Giovani Agricoltori, ricorda invece un caso recente. «La Corte di Giustizia europea nel recente caso Champanillo, che ha visto agire il consorzio che tutela lo Champagne contro una catena di tapas bar spagnoli chiamata, appunto, Champanillo, ha chiarito che il divieto di utilizzare nomi che evochino altri prodotti DOP opera anche se i due prodotti non siano identici o simili, con la precisazione che la violazione del divieto si verifica ogni qualvolta un consumatore possa essere tratto in inganno al momento dell'acquisto». Coldiretti evidenzia come questa decisione vada a minacciare un mondo in cui l'export ad oggi supera il miliardo di euro. «L'annuncio della registrazione della menzione tradizionale Proek è la punta dell'iceberg dell'attacco in atto nei confronti del Prosecco, il vino italiano più copiato e venduto nel mondo», conclude Giorgio Polegato. Infine la Cia ribadisce che la decisione potrebbe aprire spiragli di svalutazione delle Dop. «Se la Commissione europea dovesse procedere al riconoscimento della menzione Prosek, si tratterebbe di registrare una posizione incoerente e ai limiti della follia, che andrebbe contro le denominazioni europee, anziché a tutela».
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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