Profughi, l'addio della Caritas divide Anci e sindaci leghisti

Venerdì 19 Aprile 2019
LA POLEMICA
TREVISO Non è passato nell'indifferenza il ritiro dal bando dell'accoglienza da parte della Caritas trevigiana e della rete di cooperative. Il j'accuse di don Davide Schiavon ha colto nel segno. Mostrando una provincia fortemente frazionata sulla definizione e sul senso dell'accoglienza. L'Anci ieri aveva demolito il Decreto Salvini. Ma subito i sindaci che coordinano degli enti locali del Carroccio avevano reagito. «Spiace prendere atto di una polemica strumentale da parte della presidenza Anci, che anziché puntare pregiudizialmente il dito contro il governo, dovrebbe evidenziare le opportunità del Decreto sicurezza, riaffermate dalla circolare. Il Governo mette al centro la figura del sindaco, garantendo dignità e aiuto delle strutture statali».
LAVORO DI GRUPPO
Tra le firme anche quella del sindaco di Treviso. Ma Mario Conte è uomo di associazionismo. Impossibile rimanere indifferente al grido degli operatori trevigiani. «Noi stiamo coinvolgendo tutte le realtà del territorio per affrontare con serietà i problemi legati al sociale del nostro territorio. La gestione dell'emergenza umanitaria non deve essere confusa con un'opportunità di business, ritengo che i rimborsi previsti dallo stato siano in linea con i costi di gestione di un'emergenza -afferma-. Sono certo che, coloro che per motivi economici, non  troveranno più attrattivo il tema dell'accoglienza sapranno mettere a disposizione la loro disponibilità e sensibilità per i cittadini in difficoltà. Noi continueremo a offrire il nostro supporto alle coop». Anche il volontariato ieri ha alzato la voce chiedendo al Prefetto di convocare un tavolo sicurezza e immigrazione per un confronto sullo scenario che si sta delineando. «Condividiamo la preoccupazione e comprendiamo il disagio delle Caritas di Treviso e Vittorio Veneto e delle Cooperative che dopo una riflessione sofferta, hanno annunciato di non rinnovare la convenzione con la Prefettura di Treviso per i servizi di accoglienza dei richiedenti asilo - afferma il presidente di Volontarinsieme - Csv Treviso Alberto Franceschini . Già lo scorso ottobre avevamo sottolineato quanto fosse importante mantenere inalterati i livelli dei servizi e dei diritti riconosciuti agli stranieri entrati regolarmente nel nostro territorio. Riteniamo questo, a tutti gli effetti, un passo indietro nella tutela dei diritti umani e del rispetto della dignità delle persone. Una situazione che genera problemi sociali nelle singole città e rende complicato l'intervento da parte delle istituzioni locali e del mondo del volontariato».
NUOVA EMERGENZA
E, inevitabilmente, lo stop dato da Caritas e cooperative storiche è avvertito dall'opposizione come il preludio a una nuova emergenza sociale. «Da assessore al comparto ho avuto per anni una collaborazione assoluta e un impegno totale, soprattutto nelle fasi di più acuta emergenza, da parte di Caritas e cooperative -spiega i l'ex vicesindaco Roberto Grigoletto-. Lo dico senza tema di smentite: senza il loro aiuto né Comune né Prefettura, in certe fasi acute, avrebbero saputo dove andare a sbattere la testa. Spero che si possa riaprire un confronto e che vi sia un ravvedimento operoso da parte delle istituzioni a tutti i livelli». Il Pd trevigiano si dice molto preoccupato per lo stato dell'accoglienza diffusa. «Mi chiedo -chiude Grigoletto- se chi di dovere abbia valutato o riesca a prevedere quali possano essere le implicazioni e le ricadute: dal ricovero negli hub alle emergenze freddo/caldo».
Elena Filini
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