Prima campanella per centomila Riccati, Marcon contro la preside

Mercoledì 11 Settembre 2019
LA POLEMICA
TREVISO È il giorno più atteso e temuto. Oggi tornano sui banchi tutti i 112mila studenti trevigiani. Ci sarà una fase di rodaggio. Devono ancora essere nominati buona parte dei supplenti: quest'anno si toccherà il record con 1.700 precari. E in qualche classe bisognerà stringersi. È il caso del Riccati. L'istituto tecnico-economico di Treviso sperava di poter contare su alcune aule in più nel campus di San Pelaio. Dalla Provincia, però, alla fine è arrivata solo la proposta di trasferire tre classi nella sede del Giorgi in Ghirada. Ieri la scuola ha confermato la propria rinuncia per motivi logistici: si arrangerà facendo posto ai cento nuovi iscritti attraverso un piano interno di rotazione delle aule nella sede storica di piazza Vittoria e nel piano del Luzzatti a San Pelaio.
BOTTA E RISPOSTA
La preside Luisa Mattana non ha risparmiato critiche al Sant'Artemio. Ma Stefano Marcon, presidente della Provincia, le rispedisce al mittente. «È doverosa la corresponsabilità, ma nel rispetto dei ruoli e delle norme mette in chiaro purtroppo è avvenuta una distorsione dei fatti da parte della dirigente del Riccati che ha scaricato sulla Provincia le colpe di una situazione della quale è attrice fattiva, facendola risultare vittima». Marcon ricorda che nel 2014 Mattana aveva chiesto l'attivazione di un nuovo indirizzo: il liceo economico sociale. «Nella richiesta ricapitola il presidente la dirigente ha dichiarato che l'istituto è strutturalmente dotato di spazi, laboratori, attrezzature di comunicazione e tecnologie all'avanguardia e in grado di proporre un'offerta formativa articolata di livello superiore». Per il Sant'Artemio si tratta di una premessa fondamentale alla luce delle due sedi del Riccati, tra piazza Vittoria è San Pelaio, oggi al tutto esaurito. «A fronte della richiesta di nuovi spazi, fin dallo scorso anno la Provincia ha convocato un tavolo con i dirigenti scolastici di San Pelaio per cercare soluzioni all'interno dello stesso campus spiega Marcon ma non essendoci un decremento di classi in nessun istituto, non è stato possibile individuare spazi inutilizzati. Per tale ragione si è proposto di allocare le classi in esubero del Riccati nel fabbricato del Giorgi in via Ghirada». In estate l'ente aveva cercato spazi aggiuntivi anche nel seminario vescovile. Ma senza successo.
IL TAVOLO
«Non voglio farmi trascinare nella polemica. Mi limito ai fatti tira le fila il presidente le iscrizioni alla scuola dell'obbligo stanno subendo un decremento. Nei prossimi due o tre anni anche gli iscritti alle superiori diminuiranno. Gli istituti della città probabilmente non subiranno tale effetto. Per questo è stato aperto un tavolo con il Comune di Treviso per monitorare il decremento alle elementari e alle medie che comporta la minor occupazione di tali edifici che potrebbero tornare utili a valutazioni logistiche e didattiche per gli anni futuri». Restando in centro, c'è anche il liceo artistico che chiede nuovi spazi. Dalla scuola guardano in particolare all'ex catasto, edificio abbandonato da anni nella zona di Santa Caterina. Ma questo non è di proprietà della Provincia. «Il liceo artistico pone come vincolo la permanenza in centro storico spiega Antonio Zona, dirigente del settore edilizia scolastica del Sant'Artemio ma all'interno delle mura non abbiamo individuato spazi a disposizione». Qualcuno per le scuole di Treviso ha pensato anche all'ex provveditorato di via Sartorio, non troppo distante dalle stesse mura: «Ma quello stabile è ben lontano dal poter essere trasformato in una scuola ha chiarito Zonta lì sarebbe più conveniente costruire un edificio ex novo». E non è affatto facile.
Mauro Favaro
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