«Potrei anche essere milionario, ma rivoglio i miei soldi»

Venerdì 29 Dicembre 2017
IL CASO
MONTEBELLUNA Ma Marin Haralambie, il cittadino romeno residente a Ponte San Nicolò (Padova), che dalla vigilia di Natale staziona davanti alla sede di Banca Itensa per protesta e reclamando i suoi 100mila auro in azioni fagocitati dal crollo di Veneto Banca, è veramente così disperato? In questi giorni si parla molto di un conto corrente molto pesante a suo nome, di risorse che gli consentirebbero di vivere tranquillamente anche senza quei soldi persi. E lui, invalido per un incidente sul lavoro, non dissipa i dubbi.
Signor Marin sono in molti ad apprezzare il suo gesto, ma c'è anche chi dice che lei nel suo conto corrente disponga di un'importante liquidità. Cosa vuole ribattere a queste persone.
«Non so da dove escano queste notizie, posso solo dire che in Veneto Banca ho ancora aperto un conto corrente dove mi viene accreditata la pensione».
Se non siamo indiscreti a quanto ammonta la sua pensione?
«Non credo che questa cosa possa interessare agli altri. I soldi che percepisco sono quelli che mi sono meritato da quanto dal 1999 lavoro nel trevigiano. Il conto corrente in Veneto Banca l'ho tenuto ancora aperto in quanto mi permette di poter ancora confrontarmi apertamente con la Banca ora di proprietà di Banca Intesa. Per l'ennesima volta ripeto che quei 100 mila euro in azioni, che mi sono stati tolti, li voglio indietro perché sono il frutto delle mie fatiche».
Ma il suo è un conto corrente pesante?
«Nel mio conto corrente potrei avere una cifra consistente, ma questo non cambia per niente il motivo della mia protesta. Non ho mai detto che sono in condizioni economiche disperate, né tantomeno ho chiesto aiuto alla Regione, ala Provincia e al Comune. Voglio soltanto indietro il mio dovuto, I centomila euro che mi sono stati truffati. Posso poi gestirli come voglio, potrei anche bruciarli o destinarli ad altre persone truffate. Una sola cosa è sicura: con determinazione rivoglio indietro i miei soldi sia che sia milionario, come alcuni dicono, sia che sia uno disperato ».
Lei ha detto che farà passare tranquillamente le festività poi passerà ad iniziative più pesanti,
«Mercoledì ero determinato nel dare segnali pesanti bruciando davanti all'ingresso cartoni e cassette di legno. A farmi desister dal mio intento ci ha pensato il bravo addetto alla sicurezza della banca. Pertanto fino al primo dell'anno resterò tranquillo. E qui davanti alla sede conto di restarci fino al 24 gennaio quando in tribunale a Treviso verrà discussa la vertenza che ho con l'Inail, che non ha rispettato le disposizioni del tribunale del lavoro sull'attribuzione dell'accompagnatoria che mi spetta di diritto visto lp stato di salute».
Luciano Beltramini
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci