Polvere nella busta: il sindaco nel mirino

Martedì 25 Giugno 2019
IL CASO
TREVISO La Lega torna nel mirino. E questa volta nella persona del sindaco di Treviso Mario Conte. Dopo la bomba piazzata la scorsa estate sulle scale della sede del K3 di Villorba da un anarchico spagnolo, ieri mattina è stata recapitata a Ca' Sugana una busta contenente della polvere bianca e un biglietto con un messaggio minatorio: The end si leggeva in controluce, la fine. È scattato l'allarme antrace. Sette impiegati dell'Ufficio Protocollo, tra i quali due stagisti minorenni, alcuni dei quali entrati in contatto con il plico e con la polvere sospetta, parte della quale fuoriuscita dalla busta, sono stati trasferiti nel reparto di Malattie Infettive del Ca' Foncello. Sono stati sottoposti a profilassi per la decontaminazione. Per fortuna nessuno di loro ha accusato malori o sintomi particolari. L'involucro, indirizzato al sindaco Conte, dopo esser stato sigillato, è stato inviato ai laboratori di microbiologia di Padova dove sono state avviate le prime analisi sulla sostanza. La tensione è stata altissima: assieme a polizia e carabinieri, sono intervenute in forze i vigili del fuoco con il nucleo Nbcr, che ha isolato la zona e tenuto a debita distanza il personale prima di sigillare l'Ufficio Protocollo, dov'era stata recapitata la busta.
L'ALLARME
Ieri mattina all'Ufficio Protocollo c'erano sette persone, 5 dipendenti e 2 giovani stagisti. Attorno alle 10.30 una delle impiegate, assieme ad una collega, ha prelevato dalla corrispondenza la busta incriminata. La donna si è subito resa conto che all'interno c'era qualcosa e, senza aprirla, l'ha sollevata per osservarla meglio prima di sigillarla. Parte della polvere inserita all'interno però è fuoriuscita, cadendo sul braccio dell'impiegata e contaminando anche parte del tavolo e la tastiera di un computer. Dall'ufficio è subito scattato l'allarme e a Ca' Sugana si sono precipitate le squadre dei vigili del fuoco e dei carabinieri di Treviso, seguiti a ruota dalla polizia.
L'EMERGENZA
Le forze dell'ordine e il personale del Comune hanno attivato immediatamente il Protocollo d'Emergenza. L'ufficio è stato subito chiuso in attesa dell'intervento del Nucleo Nbcr: il timore era che all'interno del plico potesse essere stata inserita della sostanza nociva, magari addirittura dell'antrace. Per circa due ore i soccorritori hanno proceduto con le prime verifiche sul plico tenendo sotto osservazione i sette dipendenti che si trovavano all'interno della stanza, rimasti isolati dal resto del personale. Per loro sono stati momenti di comprensibile tensione. È stata fatta indossare a tutti una tuta anti contaminazione e sono stati quindi trasferiti dal personale del 118 in ospedale, nel reparto di Malattie Infettive. «Verranno tutti sottoposti a una visita medica - ha spiegato ieri mattina la dottoressa del Suem 118, Marialuisa Ferramosca -. Al momento nessuno di loro presenta sintomatologie particolari».
LA FIRMA
La busta, indirizzata al signor sindaco Mario Conte, è stata immediatamente sigillata ed inviata a Padova per essere analizzata in laboratorio. Cruciale saranno gli esiti sul tipo di sostanza trovata all'interno del plico, che ha di fatto scattare l'allarme e il protocollo antrace. Nella busta, rimasta sigillata (nonostante la fuoriuscita di polvere), era possibile notare, in controluce, la scritta minatoria (the end, la fine), e in calce un simbolo. Una sorta di firma, simile a due zeta quasi sovrapposte, sul cui significato stanno cercando di fare chiarezza i carabinieri della compagnia di Treviso, cui competono le indagini sul caso.
GLI ACCERTAMENTI
I carabinieri hanno subito sentito il personale dell'Ufficio Protocollo e il sindaco Conte e hanno ricostruito i vari passaggi che hanno portato il plico sul tavolo dell'ufficio al primo piano di Ca' Sugana. Quel che è certo è che la minaccia è stata grave, soprattutto vista la presenza della polvere, con la quale chi ha confezionato la busta voleva mandare un messaggio forte e chiaro al sindaco Conte e alla Lega tutta. Al momento gli inquirenti non escludono alcuna pista, nè quella anarchica (nonostante non vi siano state rivendicazioni) nè quella di un mitomane o di un dissidente politico.
Alberto Beltrame
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Ultimo aggiornamento: 4 Giugno, 11:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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