Piove: frane e fiumi sorvegliati speciali

Venerdì 15 Novembre 2019
L'ALLARME
TREVISO Non c'è pace. Oggi tornano pioggia e vento. La Protezione civile ha dichiarato l'allarme rosso per le frane nella zona della pedemontana. Mentre in pianura il livello è giallo per i fiumi. Preoccupano anche gli alberi che potrebbero cadere sulle strade, come successo martedì. E non finisce qui. Dopo una pausa, domani pomeriggio ci sarà un nuovo peggioramento fino a domenica sera. Ieri l'unità di crisi ha fatto il punto nella sede della Provincia di Treviso, dove si è riunito anche il consiglio regionale che martedì sera a Venezia era stato interrotto a causa dell'acqua alta entrata a palazzo Ferro Fini. Al tavolo si sono seduti i rappresentanti delle sette Prefetture del Veneto, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile, le Province e tutti gli enti e le società coinvolti. «E' previsto il ritorno del brutto tempo con fenomeni intensi. In alcune zone ci saranno anche picchi di 150 millimetri di pioggia nell'arco delle 24 ore avverte Gianpaolo Bottacin, assessore regionale alla Protezione civile tutto il sistema è stato allertato. L'attenzione è massima in tutto il Veneto».
SOTTO LA LENTE
Nella Marca si osservano in modo particolare le frane nella Pedemontana e l'andamento del Piave. «Siamo preoccupati soprattutto per possibili smottamenti sulla linea di Sarmede e Cison rivelano dalla Provincia ci sono masse di terra che hanno già iniziato a muoversi e che con piogge abbondanti potrebbero riprendere la propria corsa». Bottacin ha anche colto l'occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. «Abbiamo voluto riunire l'unità di crisi a Treviso perché ho visto le dichiarazioni di qualche fenomeno che dice che la Regione ha stanziato zero contro la lotta allo smog incalza allora ci sono due possibilità: o non sa leggere i bilanci, visto che negli ultimi tre anni la Regione ha investito 965 milioni in vari filoni, e continuiamo su questa strada, oppure sta dicendo una falsità enorme cavalcando, non so nemmeno definire in che modo, una tragedia in cui è morta una persona». Il riferimento è anche ad Andrea Zanoni, consigliere regionale di Paese del Pd. «Ma non solo», specifica l'assessore. «Avevamo proposto una serie di interventi utili a ridurre il l'inquinamento: ci sono stati bocciati quasi tutti» fa il punto lo stesso Zanoni.
IL CORDOGLIO
Ieri il consiglio regionale si è aperto al Sant'Artemio con un minuto di silenzio proprio per l'anziano morto a Pellestrina. Poi è partito il dibattito, condito dalle polemiche dell'opposizione per la scelta di non fermare la riunione a palazzo Ferro Fini prima dell'arrivo dell'acqua alta. «E' stata una situazione impressionante: nel giro di un quarto d'ora si è allagata completamente l'aula, non era mai successo racconta Alberto Villanova, consigliere di Pieve di Soligo della lista Zaia la situazione è difficile prima di tutto per i cittadini e per la città. Poi c'è il consiglio regionale che è un simbolo. Ma mi spiace per certe polemiche: non è il caso di farle su una tragedia per la città che rappresenta il Veneto e l'Italia nel mondo». «E' stata una scelta obbligata quella di trasferire temporaneamente il consiglio regionale a Treviso sottolinea Federico Caner, assessore regionale al Turismo il punto vero è che i danni per Venezia ammonteranno a centinaia di milioni di euro». Tutti gli occhi sono puntati sul Mose, opera costata svariati miliardi e mai entrata in funzione. «Non è un'opera regionale: non abbiamo nessun tipo di controllo sul Mose conclude Villanova, in linea con Riccardo Barbisan, consigliere regionale trevigiano della Lega dobbiamo chiedere che venga finito. Ormai la realizzazione è al 94%. E' ora di portarlo a termine».
Mauro Favaro
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