PIEVE DI SOLIGO
«Abbiamo motivazioni importanti che ci hanno spinto ad abbandonare

Domenica 16 Giugno 2019
PIEVE DI SOLIGO «Abbiamo motivazioni importanti che ci hanno spinto ad abbandonare
PIEVE DI SOLIGO
«Abbiamo motivazioni importanti che ci hanno spinto ad abbandonare il consiglio comunale. Per il momento non ho dichiarazioni da rendere sulla scelta fatta dalla nostra civica, mentre sulla non presenza in consiglio, sollevata in aula da alcuni consiglieri, riteniamo sia una questione tecnica che riguarda indubbiamente il segretario comunale». Interviene così sul caso Vivere Pieve Roberto Menegon, candidato sindaco che era stato eletto consigliere, ma che ha rinunciato e come lui, a seguire, anche gli altri 16 candidati della civica. «Noi abbiamo manifestato la nostra intenzione di non essere rappresentati in consiglio al segretario e ne è seguita la procedura di rinuncia al posto di consigliere fatta seguendo le indicazioni del segretario comunale. Se ci sono altre questioni, direi che è materia del segretario. Sono cose che non ci riguardano più» sottolinea Menegon. E sulla non presenza in aula di Vivere Pieve aggiunge: «È stata una decisione indubbiamente sofferta e una valutazione importante, ma per il momento non ho nulla da dire in merito».
Il caso è esploso nel corso del primo consiglio comunale, giovedì sera. Se per il segretario comunale, sentita la Prefettura di Treviso, l'assenza di un consigliere non inficerebbe il lavoro del consiglio pievigino, di diversa opinione sono i consiglieri dell'unica minoranza rimasta in aula, la civica Mazzocco sindaco. Tra loro c'è anche il consigliere regionale Alberto Villanova. «È una questione tecnica e non politica precisa Villanova -. Ci troviamo in una situazione che non è normata e che fa venire meno la corretta proporzione tra consiglieri di maggioranza e di minoranza, oltre al numero di 16 consiglieri più il sindaco previsto da statuto».
Il segretario ora interpellerà il Ministero dell'Interno e nuovamente la Prefettura. La soluzione? «Potrebbe essere, ma è pur sempre un'interpretazione delle norme, fare come in consiglio regionale con l'attribuzione dei resti, cioè riassegnare alle minoranze quel seggio, così da rispettare lo statuto comunale ed avere un consiglio comunale al completo» propone Villanova. Quello di Pieve di Soligo sarebbe un caso senza precedenti a livello nazionale.
C.B.
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