Pestaggio in centro, Visentin sfila in tribunale tra gli accusati

Martedì 18 Settembre 2018
IL PROCESSO
TREVISO Per la Procura di Treviso si trattò di un pestaggio politico una vera e propria azione squadrista ai danni di Alessandro Greguoldo, al tempo dei fatti 26enne e simpatizzante del gruppo antagonista Ztl. Una spedizione punitiva messa in atto da un gruppo di otto appartamenti a Forza Nuova tra cui spicca anche il nome di Davide Visentin, attuale consigliere comunale eletto a Palazzo dei Trecento nella lista civica che, alle ultime amministrative, ha sostenuto il neo sindaco Mario Conte. Gli altri imputati, tutti difesi dall'avvocato Fabio Crea, sono i trevigiani Fabio Paladin, 25 anni, Andrea Peracin, 32 anni, Enrico Crosato, 29 anni, Mattia Rizzetto, 28 anni, Massimiliano Signoretti, 39 anni, Cristian Perin, 32 anni e il 30enne Joel Pitton, residente a Paese.
LA RICOSTRUZIONE
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, basata sul racconto della vittima e le riprese di alcune telecamere di videosorveglianza, l'imboscata a Greguoldo è avvenuta mentre il giovane si trovava in piazzetta Monte di Pietà, in pieno centro a Treviso. Era l'una di notte di venerdì 15 agosto 2015 quando il 26enne decise di entrare al Clakroom, uno dei locali della piazzetta. Dentro gli otto militanti di estrema destra tra cui Visentin, a cui viene contestata anche la minaccia aggravata. È è volata qualche parola di troppo e poi i militanti di Forza Nuova si sarebbero accaniti a calci e pugni contro Greguoldo. Colpito ripetutamente al volto il 26enne, che ha chiesto 20 mila euro di risarcimento, ha rimediato una frattura al setto nasale e contusioni varie per 30 giorni di prognosi complessivi. A fare le spese della furia squadrista anche una ragazza, allora 18enne, iscritta al coordinamento studenti medi, che sarebbe intervenuta per soccorrere il giovane dei centri sociali. Anche lei sarebbe stata colpita dai forzanuovisti, riportando una microfrattura alla scapola e un lieve trauma cranico.
L'UDIENZA
Dopo l'udienza di ieri mattina, rinviata per il legittimo impedimento di una dei legali, Visentin ha preferito non commentare. Il consigliere comunale della maggioranza si dice comunque sereno e certo che la ricostruzione dei fatti, così come emergerà dal processo, metterà in evidenza il fatto che lui non avrebbe partecipato al pestaggio. Visentin due anni fa ha lasciato Forza Nuova per creare un coordinamento, di cui alcuni iscritti sono come lui ex iscritti al movimento di estrema destra, denominato Prima i Trevigiani. Poi è arrivata la chiamata elettorale, convinto dall'attuale sindaco Conte ad entrare nella lista civica che portava il nome dell'attuale primo cittadino. Una vicenda giudiziaria, quella di Visentin, che ha scatenato la reazione dell'opposizione di centro sinistra, che ha più volte invocato le sue dimissioni. «Dopo le elezioni - ha detto - la sinistra a Treviso cavalca paure senza fare autocritica. Mi danno del fascista ma io sono invece un nazionalista che lavora per il bene della sua città e dei concittadini». Dopo il rinvio di ieri si torna in aula il prossimo 13 dicembre per l'udienza conclusiva, al termine della quale arriverà la sentenza.
de.bar.
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