Pensione in vista per 250. Ma l'Usl: «Tanti rifiuteranno»

Lunedì 21 Gennaio 2019
L'ALTRO FRONTE
TREVISO Sono 250 i dipendenti dell'Usl della Marca che potrebbero usufruire della quota 100. Tra questi, una quarantina di medici. Il quadro è poi completato da infermieri e operatori sociosanitari. Il conto è stato fatto dagli uffici dell'azienda sanitaria provinciale.
LA RIFORMA
Ne esce che la nuova riforma previdenziale potrebbe aggravare ulteriormente la carenza di medici negli ospedali del trevigiano. Già oggi ne mancano poco meno di 60. In linea teorica, se tutti quelli che avranno la possibilità sceglieranno di andare in pensione in anticipo rispetto a quanto prospettato fino a questo momento, il totale salirebbe addirittura a cento. Il tutto proprio in un periodo storico in cui si fa una fatica immane a trovare nuovi specialisti. La frittata sembra servita. Oggi i camici bianchi lasciano l'ospedale in media attorno ai 65 anni. Qualcuno chiede si rimanere in servizio anche di più. Con la quota 100, invece, complice il riscatto degli anni della laurea, percorso intrapreso da quasi tutti, potrebbero lasciare il sistema sanitario pubblico anche i dottori che hanno compiuto 62 anni. A conti fatti, alla fine potrebbe esserci uno scarto di un lustro. Un'enormità di questi tempi.
L'AZIENDA
I vertici dell'Usl della Marca non ci vorrebbero nemmeno pensare. Invece sono costretti a farlo. E nel farlo, incrociano le dita. «Generalmente a 60 anni i nostri medici sono nel pieno della loro attività. Per quanto sotto pressione, a causa della carenza di specialisti, lavorano per una soddisfazione personale. Alla luce di questo, non credo che tanti sceglieranno la pensione fa il punto Francesco Benazzi, direttore generale dell'azienda sanitaria trevigiana per queste ragioni siamo ottimisti. Speriamo bene. Non penso proprio che qui vedremo ondate di medici pronti a lasciare il lavoro per andare in pensione non appena possibile». Il discorso potrebbe essere diverso per gli altri 210 dipendenti, tra infermieri e operatori sociosanitari, potenzialmente interessati dalla quota 100. Anche il loro è un lavoro pesante. Per chi arriva alla soglia dei 60 anni non è sempre semplice continuare ad assistere i pazienti all'interno dei reparti. «Può essere che qualcuno decida di lasciare conferma Benazzi questo, però, è un problema relativamente minore, perché attraverso i concorsi riusciamo a trovare e assumere nuovi infermieri senza particolari problemi. Vale anche per gli operatori sociosanitari, per i quali ci a breve ci sarà un nuovo concorso». L'ultima tegola riguarda l'aumento dell'Ires, che colpisce anche le aziende sanitarie. Di fatto l'Usl della Marca sarà costretta a pagare il doppio rispetto a oggi: fino a 1,4 milioni.
M.F.
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