Pelloni e Bassi: «Le due esperienze non sono alternative»

Mercoledì 23 Gennaio 2019
LE ALTRE VOCI
TREVISO (el) «Ricordo che se Conte ha potuto chiudere l'accordo col Demanio è per l'interessamento della giunta Manildo. Bene così comunque: l'importante è che la Salsa diventi un valore aggiunto e non sia pensata come un'alternativa alla caserma Piave», Stefano Pelloni rivendica la paternità della trattativa. «Il quartiere ne beneficerà e se le associazioni troveranno un luogo saremo felici. Faccio però fatica a vedere una prospettiva certa: 5 anni sono lunghi». Pelloni rivendica la forza e l'identità del progetto Piave. «Se con la Salsa vogliono dismettere l'esperienza Piave faranno un gravissimo errore. Possiamo non concordare sui presupposti, senza dubbio sono stati fatti degli errori, ma la Piave è un'esperienza unica e deve continuare, perchè l'associazione si sta mettendo in regola con le opere».
NESSUN DUALISMO
L'idea di una concorrenzialità tra i due spazi è considerata sbagliata, benchè forse inevitabile. «Ma se cercano di drenare associazioni che intendono investire nel progetto Open Piave dico: non ha senso togliere investitori per una ripicca. Se un progetto è valido troverà associazioni pronte a farne parte». Il riferimento, velato, è al Ceod dell'Ails, il centro di lavoro diurno per disabili adulti che dovrebbe nascere alla caserma Piave e che non avrebbe il placet del vicesindaco De Checchi. «Non abbiamo avuto particolari colloqui con Ails ma le porte sono aperte. Se un'associazione solida vuole investire sulla Caserma Salsa noi siamo qui. Già in fase di progettazione», spiegava ieri Mario Conte. Ma Ails risponde che i piani non cambieranno. «Da parte nostra si continua con il progetto Open Piave -dice Erminio Bassi-. Sono anni che lavoriamo insieme all'Università Ca' di Venezia sulla rigenerazione degli spazi, i progetti sono pronti e i lavori inizieranno a brevissimo».
TAPPE FORZATE
Già la prossima settimana Ails chiederà un incontro ai vertici di Ca' Sugana perchè tutti gli adempimenti preliminari sono stati esauriti e c'è la voglia di partire con il cantiere. Insomma, nessuna intenzione di abbandonare il progetto con il collettivo Django, Talking hands e le altre associazioni. «Confermo che l'assessore De Checchi ci disse: pensateci. Ma noi ci abbiamo pensato: c'è un progetto, c'è un lavoro serio, metteremo nero su bianco un investimento di 500 mila euro. Insomma siamo convinti di investire nell'area dell'ex Piave».
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