Pattinodromo: «Così salviamo le Mura»

Lunedì 14 Ottobre 2019
Pattinodromo: «Così salviamo le Mura»
IL PROGETTO
TREVISO È sempre vivo il dibattito che vede la tutela delle mura cinquecentesche di Treviso scontrarsi con la realizzazione del parcheggio nell'area dell'ex pattinodromo. E da Italia Nostra e Treviso Sotterranea arriva una proposta che potrebbe rappresentare un punto di mediazione: realizzare il park, ma a reso e non interrato sfruttando parzialmente il fossato. Ffacendo seguito al convegno tenutosi lo scorso giugno in Fondazione Benetton, dove si ribadiva l'importanza e il valore del sistema bastionato, gli addetti ai lavori e le associazioni impegnate in difesa del paesaggio e del patrimonio trevigiano hanno continuato in questi mesi a ragionare per trovare soluzioni alternative che potessero soddisfare tutti: l'esigenza di avere dei posti auto e la necessità di preservare le mura. Preso atto che il parcheggio in qualche modo dev'essere realizzato, con progetti, mappe storiche ed indagini scientifiche alla mano, Treviso Sotterranea e Italia Nostra, per voce di Simone Piaser e Berto Zandiciacomi, hanno portato a Ca' Sugana una proposta congiunta: un compromesso che permetterebbe di raggiungere l'obiettivo valorizzando il bene e facendo anche risparmiare denaro al Comune e quindi ai cittadini.
ALTERNATIVA
«Al posto del parcheggio progettato - spiega Piaser- che viene definito interrato ma in realtà interrato non è perché prevede la realizzazione di un edificio che va a collocarsi all'interno della fossa della mura, con il muro delle fondazioni che andrebbero ad addossarsi alle mura cinquecentesche e prevede lo sbrecciamento del muro di controscarpa per permettere il passaggio, noi proponiamo il recupero parziale del fossato, sarà sufficiente scendere di circa 3 m, contro i 5 m di sbancamento previsti per il parcheggio interrato, per ripristinare l'originario profilo del fossato e mettere quindi in luce il muro di controscarpa e realizzare così un parcheggio a raso nel sedime dell'antica fossa urbana. In questo modo, pur garantendo l'esecuzione del parcheggio e assicurando la stessa capienza, si consentirebbe alla valorizzazione dal punto di vista paesaggistico dell'area con il ripristino dell'antica fossa, nascondendo alla vista le auto che verrebbero così posizionate ad una quota inferiore».
RISPARMI
L'intervento andrebbe realizzato nello spazio tra ponte De' Pria e Porta Fra' Giocondo dove scavi archeologici e indagini condotte pochi anni fa hanno accertato che a 32 m dalle mura è presente la seconda cinta muraria integra e oggi interrata. «Si tratta inoltre continua Piaser - di un intervento reversibile, quindi in un secondo momento potrebbe venire eliminato, mentre quello progettato a sedime fisso sarebbe difficile da smaltire e sanare; avrebbe poi un vantaggio economico estremo con una riduzione di circa il 30% del costo previsto diminuendo notevolmente la quantità di terreno da asportare ed evitando la realizzazione di una nuova costruzione che sarebbe devastante».
L'OBIETTIVO
L'esigenza di nuovi parcheggi verrebbe in questo modo assolta nel rispetto del paesaggio e del bene comune forti della consapevolezza che come ribadisce Piaser «Le mura non sono solo il muro che siamo abituati a vedere, ma costituito da un sistema bastionato composto da vari elementi: terrapieno interno, la cortina muraria, bastioni, relativi sotterranei, fossato, fino alla chiusura del fossato registrata dalla seconda cerchia muraria cioè dal muro di controscarpa. Anche a Treviso le cinte murarie sono due come è documentato su tutte le planimetrie storiche dal 500 fino al catasto napoleonico».
Chiara Voltarel
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