«Patrizia e Angelica erano lucide»

Sabato 7 Novembre 2020
«Patrizia e Angelica erano lucide»
VITTORIO VENETO
«Non vi è nulla che diminuisca la loro capacità in relazione all'atto». E' questo l'esito della perizia psichiatrica su Patrizia Armellin e Angelica Cormaci, le due donne accusate dell'omicidio volontario, premeditato con l'aggravante della minorata difesa, della convivenza e di aver agito di notte, del 57enne Paolo Vaj, ucciso nella casa di Via Cal dei Romani nella notte tra il 18 e il 19 luglio 2019. Chiara insomma la relazione che sta per essere depositata, che ha escluso che le due donne, seppure non del tutto in possesso delle loro facoltà, abbiano agito con minorata capacità. Si va quindi verso il rinvio a giudizio per la vittoriese e l'amica siciliana, che martedì prossimo dovranno affrontare l'udienza preliminare.
LA DIFESA
I difensori, gli avvocati Marina Manfredi e Stefania Giribaldi, avevano argomentato che i carabinieri, in fase d'indagine, avessero rilevato che i comportamenti di Patrizia e Angelica sono disturbati, ripetendo spesso il termine bipolare. Patologia di cui sarebbero entrambe affette come ha rilevato il professor Luca Monteschi, perito del tribunale di Brescia nella relazione psichiatrica che la difesa ha depositato. E che per quanto riguarda la Armellin sarebbe certificato da accessi al Centro di Salute mentale e dal fatto che fin dal 2005 la donna è stata in cura da uno psichiatra. La perizia rileva in effetti che Patrizia Armellin e Angelica Cormaci sono affette da disturbo borderline medio grave, da disturbi patologici e pregressi della personalità e ciò nonostante le rispettive condizioni mentali non hanno inficiato nella loro capacità di intendere e di volere al momento di uccidere. Paolo Vaj venne ritrovato asfissiato, il corpo coperto di lividi e l'autopsia dirà che prima di morire aveva bevuto molto tanto da essere in stato alterazione. Particolare questo si cui la Procura si è soffermata, tanto da arrivare a dire che «la Armellin e la Cormaci lo hanno indotto a bere» per attuare il disegno criminoso.
L'ALTERCO
I tre in una prima fase, avrebbero avuto un violento litigio nella camera da letto principale; il 57enne sarebbe stato colpito da una trave lunga almeno un metro - probabilmente dice la Procura si tratta dell'asta che viene utilizzata per aprire e chiudere le tende - agli arti superiori e inferiori e alla testa, frontalmente e dietro alla nuca. Qualche minuto e l'alterco riprende, questa volta nella cameretta: Vaj è intontito dalla grande quantità di alcolici che ha bevuto, gli vengono immobilizzate le braccia e la Armellin e la Cormaci gli comprimono il volto con un cuscino, esercitando poi una violenta pressione sullo sterno, rompendogli le costole. Resta, e su questo il gup Marco Biagetti deciderà martedì prossimo, l'eccezione di incostituzionalità presentata dai difensori e relativa alla impossibilità di chiedere il rito abbreviato, introdotta dalla recente riforma per reati che prevedano come pena l'ergastolo ma che poi potrebbero essere riqualificati, nel caso della Armellin e della Cormaci da omicidio volontario a preteritenzionale.
Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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