Paolo e le 122 vittime un dolore senza fine

Domenica 5 Aprile 2020
L'EPIDEMIA
TREVISO Ci sono Ugo, ex imprenditore, e Luciana, una vita dedicata all'insegnamento. E poi Paolo, Gemma, Assunta, Bruno, Dino e tantissimi altri. Troppi. E in questo tsunami non è stato neanche possibile dare l'oro l'ultima carezza. In quaranta giorni sono morti 122 trevigiani risultati positivi al nuovo coronavirus. Il Covid-19 sta cancellando tanti piccoli pezzi di storia della Marca. Nessuno è immune. Nemmeno i giovani. Non va dimenticato. Ma è altrettanto evidente che sono gli anziani a pagare il prezzo più alto. Tutti fanno il tifo davanti alla curva dei contagi che si sta appiattendo. Non ci sono però solo i numeri. Dietro a quelle cifre ci sono i volti, i sogni e gli affetti delle persone. Nella maggior parte dei casi anziani che proprio a causa della pandemia sono costretti ad andarsene da soli, in isolamento, senza poter vedere nessuno, se non gli occhi dei medici e degli infermieri che spuntano da dietro alle maschere protettive. E la solitudine fa diventare le loro rughe, poche o tante che siano, dei solchi ancora più profondi nell'anima di chi resta. Ieri sono mancate altre quattro persone. Tutti uomini: due erano ricoverati a Treviso, uno a Oderzo e uno a Vittorio Veneto. Avevano un'età media di 79 anni. Sulle loro spalle pesavano già altre gravi patologie. Un dato che serve per studiare come colpisce il nuovo coronavirus. Ma non è una consolazione per nessuno. Anzi, c'è la rabbia di non poter difendere chi è più fragile.
IL SACERDOTE
Anche don Ercole Turoldo, 71 anni, originario della zona di Udine ma poi adottato da San Floriano, si è spento solo due settimane dopo essere risultato positivo al Covid-19. Appartenente all'ordine dei Canonici regolari Lateranensi, era stato consacrato in seminario proprio a San Floriano, in villa Balbo Alunnato San Pio X. «Aveva una finissima intelligenza che non faceva mai pesare ma che metteva a disposizione di tutti», ricorda Nazzareno Bolzon, suo compagno di studi. Dal 1976 al 1979 era stato assistente nel seminario della frazione castellana. Poi maestro al collegio San Vittore di Roma. In seguito, è diventato rettore della basilica di San Pietro in Vincoli di Roma, fino al 1994. Per poi tornare di nuovo a San Floriano, dove è rimasto fino al 2000. Nella sua carriera, inoltre, è stato anche insegnante di religione alla scuola media e all'Ipsia di Montebelluna. L'ultimo incarico quello di viceparroco e priore della della comunità dei canonici nella parrocchia di San Matilde ad Andora Marina in provincia di Savona. «Era una buonissima persona è il ricordo dell'abate generale, don Franco Bergamin innamorato del sapere e della cultura».
IL PROFESSORE
Nelle scorse ore si è spento anche Marcello Caeran. Aveva 91 anni e un amore viscerale per il calcio Montebelluna. Era entrato nell'ospedale della stessa città lo scorso 17 marzo a causa di un'infezione alle vie urinarie. Tutto sembrava andare per il meglio. Ma mercoledì la situazione è improvvisamente precipitata. «Il mio più grande rammarico dice il figlio Giuseppe, dirigente della Rossignol è stato quello di non averlo più potuto vedere dal 13 marzo, anche perché io stesso ero in quarantena». «Ci sentivamo più volte al giorno aggiunge fino a mercoledì la situazione non appariva preoccupante. Non manifestava alcun problema ai polmoni. Poi, le cose sono precipitate. E lui stesso si è lasciato andare».
LUTTO A SPRESIANO
Anche Spresiano ha purtroppo contato il primo decesso di una persona positiva al coronavirus: Giovanni Lucca si è spento a 81 anni. La buona notizia è che il 20enne originario di Pieve del Grappa che era stato ricoverato in Terapia intensiva adesso è fuori pericolo. In questo momento è un segnale di speranza. Così come la conferma del rallentamento della corsa del Covid-19. Fino ad ora l'Usl ha complessivamente eseguito 16mila tamponi, che hanno evidenziato in tutto 1.689 contagi (1.374 infezioni attualmente in corso). Ieri sono emerse 24 nuove positività. Un incremento che non ha paragoni con i picchi da oltre cento di una decina di giorni fa. E si conferma anche il calo dei ricoveri. Oggi sono 380 i pazienti nei reparti ordinari degli ospedali: dieci in meno di ieri. In Terapia intensiva ce ne sono 48. Un dato stabile. Calano leggermente pure gli isolamenti a casa. Attualmente sono 4.183 i trevigiani in quarantena (13 in meno nelle ultime 24 ore). E continuano a crescere i pazienti dimessi: si è arrivati a quota 280. Solo ieri altri otto hanno potuto lasciare gli ospedali. Al netto delle convalescenze, ad oggi 193 persone sono state dichiarate definitivamente guarite. Nella giornata di ieri altre 26 sono uscite dal tunnel del coronavirus.
Mauro Favaro
Lucia Russo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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