Palestre in ansia: «Non chiudeteci»

Sabato 24 Ottobre 2020
Palestre in ansia: «Non chiudeteci»
L'APPELLO
TREVISO «Non chiudeteci perché magari qualcun altro fa il furbo». È quello che dicono i titolari di palestre e centri di benessere fisico trevigiani dopo la nuova stretta che impone regole più stringenti per evitare l'accendersi di focolai d'infezione da Covid-19. «Facciamo quello che ci viene chiesto - spiega Davide Coccolo, della palestra Crossfit Fonderia - del resto anche prima le palestre non sono mai state un cluster pandemico. Probabilmente perché già da maggio ci si è tutti attrezzati per rispettare le prescrizioni; certo, qualche positivo è stato registrato altrove, ma erano tutti contagi che venivano da fuori». Nel tempio trevigiano del crossfit le nuove disposizioni decise dal governo non spaventano. «Rispettiamo i limiti relativi ai metri quadrati che ciascun utente deve avere a disposizione se le attività sono svolte in gruppo - continua Coccolo - e misureremo la temperatura dei nostri clienti all'entrata. Siamo rigidissimi nel rispetto del protocollo, anche l'ultimo, ancora più restrittivo sostenendo spese importanti per applicarlo, e non sarebbe giusto che per colpa di qualcuno, anche al di fuori dell'ambiente sportivo, che non rispetta le nuove misure ne risenta tutto il settore. Temo però che ci si avvicini a un nuovo lockdown settoriale ma le palestre, a ben vedere, poco hanno a che fare con i contagi».
LE VOCI
«La situazione è di crisi nera - gli fa eco Paolo Baggio, titolare della palestra De Ferrari - basti pensare che da quando il governo ha parlato di stringere ulteriormente sulle nostre attività c'è stato un calo della clientela del 40%. Non temono le restrizioni, hanno proprio paura di frequentare l'ambiente delle palestre come tale. Eppure noi garantiamo standard molto elevati di sicurezza. Il lockdown? Sarebbe la mazzata finale». Che una chiusura totale possa rappresentare la fine di molti è l'idea anche di Luca Torresan, responsabile marketing della catena McFit, la multinazionale che a Treviso ha una palestra in Strada Ovest. «Spendiamo quasi 30 mila euro a centro per le procedure di sanificazione. Siamo passati attraverso il fermo di tre mesi delle attività grazie alla Nostra forza economica, ma la ripresa è debole e un nuovo stop creerebbe molteplici problemi. Di sicuro sarebbe la fine delle tante imprese di famiglia che tengono vivo il settore delle palestre».
I CONTROLLI
Intanto sono una decina i controlli effettuati dai carabinieri del Nas in provincia di Treviso. E tutti hanno dato un esito confortante: nessuna struttura è risultata fuori legge. Dal comando sottolineano che l'adozione di nuove misure si sta svolgendo in maniera ordinata perché «l'utente della palestra è consapevole di rappresentare un target di persone messe sotto la lente d'ingrandimento e nello stesso tempo vuole continuare a potersi allenare senza problemi. Stiamo parlando di una categoria attenta e cauta che non incorre in errori macroscopici anche perché i controlli da parte dei gestori sono particolarmente stringenti».
Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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