Operatrice trevigiana col Covid in casa di riposo: 22 infettati

Domenica 2 Agosto 2020
Operatrice trevigiana col Covid in casa di riposo: 22 infettati
IL CASO
TREVISO C'è un'operatrice sociosanitaria residente a Treviso alla base del focolaio esploso nel centro per anziani dell'Antica scuola dei Battuti di Mestre, dove sono emersi 22 contagi: 16 ospiti e 6 operatori. L'indagine epidemiologica condotta dall'Usl Serenissima ha evidenziato che la donna, originaria del Bangladesh, assunta di recente dalla struttura veneziana, è stata l'inconsapevole vettore che ha portato il coronavirus all'interno della casa di riposo. Il cosiddetto paziente zero.
INCONSAPEVOLE
Non aveva sintomi e non sapeva di essere positiva. Adesso si trova in isolamento a casa. L'Usl della Marca avvierà un'indagine epidemiologica parallela sui suoi contatti più stretti per scongiurare il rischio che possa aver contagiato anche altre persone. Assieme a lei, anche un'altra operatrice avrebbe involontariamente contribuito a diffondere il Covid-19 all'interno dei padiglioni del centro servizi per anziani. Questa ultima, di origine ucraina, è residente a Mestre. Il coronavirus è entrato nella casa di riposo attraverso le due operatrici, entrambe asintomatiche, che nelle scorse settimane avevano lavorato nel reparto poi colpito dalla diffusione del nemico invisibile. E' possibile, quindi, che il contagio delle due donne sia avvenuto durante la vita di tutti i giorni. La direzione della struttura e l'Usl Serenissima adesso sono impegnate su due fronti. Bisogna capire come e quando le due operatrici siano state contagiate dal Covid-19. E poi va chiarito come lo stesso virus sia passato al primo anziano trovato positivo in seguito al tampone analizzato mercoledì pomeriggio, prima delle dimissioni. E' proprio da quest'ultimo che è poi partita l'indagine su tutti gli anziani e sul personale, che alla fine ha portato all'individuazione di 22 positivi in totale, tutti in un unico padiglione.
LE CONTROMISURE
«In stretta collaborazione con l'azienda sanitaria - spiega Luigi Polesel, presidente dell'Ipav - siamo riusciti a individuare subito il diffondersi del contagio e adesso possiamo dire che siamo stati in grado di contenere l'estensione in un solo padiglione della struttura. Continueremo a monitorare la situazione per evitare che ci siano altri piccoli focolai». Immediato il giro di vite: sono stati sospesi i nuovi accoglimenti, le visite dei parenti (finora in modalità protetta) e sono stati informati i familiari degli ospiti positivi. Da un punto di vista di gestione dei pazienti Covid, è stato individuato il personale dedicato agli ospiti in isolamento, sono state date disposizioni per la consumazione dei pasti in camera ed è stata disposta un'indagine sui contatti stretti.
M. F.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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