«Vogliamo evitare ogni fraintendimento e interpretazione - dice il presidente, titolare del Dante - questa gestione, che ho rilevato nel giugno del 2015, per dare continuità ad una istituzione storica della città, non ha nulla a che vedere con la precedente cooperativa in liquidazione coatta a cui viene pagato solo l'affitto. Io allora non potevo accettare che chiudessero il Dante e ho cercato il rilancio. Quindi i genitori che si sono preoccupati possono stare tranquilli». Il risultato è che in due anni di nuova gestione si è arrivati a 215 allievi, distribuiti tra cinque classi della scuola primaria a indirizzo internazionale, tre della scuola secondaria di primo grado, sempre a indirizzo internazionale, didattica innovativa. Non solo. Ci sono inoltre anche i licei scientifici a indirizzo sportivo, teatrale e digital business creativity.
«Stiamo andando bene, siamo una nuova impresa sociale, - spiega Dall'Arche, imprenditore - ma abbiamo ottenuto un risultato invidiabile anzi, con continui investimenti per migliorare lo stabile per rendere una scuola funzionale e moderna, che non può chiudere ed è davvero in grado di diventare come il Dante dei tempi migliori che tutti si ricordano».
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