«Non sono adatto», prof lascia il sostegno

Giovedì 8 Novembre 2018
IL CASO
TREVISO Si è licenziato dopo una sola settimana di lavoro. Seguire la ragazzina con disabilità grave, autolesionista, che gli era stata affidata, si è rivelato troppo complesso per una persona non specializzata nei problemi legati all'autismo. E così Giorgio Pavan, musicista 39enne e docente precario di violino, ha preferito rinunciare all'incarico di insegnante di sostegno in una scuola media del trevigiano. Ha lasciato il posto a metà ottobre. Una settimana dopo essere stato chiamato dall'istituto come supplente. E ora è pronto a presentare un esposto all'ufficio scolastico di Treviso.
IL PROBLEMA
Il caso porta in primo piano il nodo degli insegnanti di sostegno: non ce ne sono più di specializzati. Stando alle stime della Uil Scuola, nella Marca ne mancano oltre 200. Di conseguenza i supplenti di altre materie che vengono chiamati dalle scuole, senza formazioni specifiche, devono ingegnarsi come possono pure davanti ad alunni con disabilità gravi. Con il rischio, però, se non si riconoscono i propri limiti, di fare anche dei danni. «Insegno da 8 anni. L'anno scorso ho fatto per la prima volta sostegno nella stessa scuola. A settembre mi era stata prospettata la possibilità di seguire gli stessi alunni dell'anno scorso. Ma non è andata così -spiega Pavan- mi è stata invece assegnata una ragazza con disabilità grave. Molto difficile da gestire. Ho fatto presente le mie difficoltà alla scuola. Mi hanno risposto solo che il lavoro è lavoro». «In sostanza, sono stato costretto a lasciare il posto -aggiunge- non sono per niente schizzinoso. Sono impegnato da anni nel mondo del sociale. Ma quando a scuola ci si trova in situazioni limite si corre anche il rischio di non arrivare fino a giugno. Il sistema va ripensato. Non è possibile che insegnanti che normalmente si occupano di altro vengano improvvisamente catapultati a seguire studenti con disabilità gravi. È una missione quasi impossibile». L'impegno di Pavan nel sociale è riconosciuto da tutti. Tra le altre cose, è stato tra i promotori del progetto Musica in Oncologia che quest'estate ha portato all'installazione di un pianoforte nella sala d'attesa del reparto del Ca' Foncello. Pavan ha coinvolto una serie di musicisti volontari e adesso coordina i concerti in corsia per allentare la tensione dei pazienti che devono sottoporsi alle cure antitumorali.
LA SCUOLA
In settembre Pavan aveva avuto un colloquio con il preside dell'istituto comprensivo, che gli aveva detto che in linea teorica avrebbe favorito la continuità. Poi, però, non è stato possibile. È questo che ora spinge il docente a valutare un esposto. «Ho rifiutato chiamate di altre scuole -sottolinea il 39enne- proprio perché sapevo che lì avrei potuto seguire gli alunni dello scorso anno». Il preside conosce il problema. «In linea di massima si cerca di mantenere la continuità. Ma dipende dalle ore e dagli incastri dei docenti. Uno non può scegliere ciò che vuole -mette in chiaro- non ci sono più insegnanti specializzati nel sostegno. Nemmeno l'ombra. Non è colpa nostra. Si scorrono le graduatorie e chi arriva, arriva. Se uno studente con disabilità ha 18 ore non è che posso farlo seguire da 14 insegnanti di sostegno diversi perché così ognuno fa un pezzettino. Cambiare l'orario è la cosa più difficile del mondo: vorrebbe dire rivedere l'organizzazione di tutta una serie di scuole». «Capisco che ci possono essere delle difficoltà. Ci sono docenti che rinunciano al posto. Adesso non vengono più depennati dalle graduatorie se si tirano indietro -conclude- ma chi sceglie di fare l'insegnante sa fin da subito che la gavetta prevede pure questi passaggi».
Mauro Favaro
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