«Non fa venire alcuna carie dà fastidio il suo successo»

Giovedì 31 Agosto 2017
«Non fa venire alcuna carie dà fastidio il suo successo»
«Non è il prosecco che fa venire la carie agli inglesi. È, forse, il suo successo inaudito». Parola di Gianfranco Dotto, presidente dei dentisti di Treviso e, tiene a sottolineare, consumatore giudizioso delle bollicine di Doc e Docg. L'ordine odontoriatrico, chiamato in causa di peso nella polemica sui presunti effetti nocivi ai denti del prosecco innescata da un articolo di Zoe Williams sul sito del Guardian due giorni fa, tranquillizza i consumatori: «Questa tesi non ha alcun fondamento scientifico. È una demonizzazione del tutto arbitraria ed ingiustificata. Il consumo moderato di prosecco non causa alcun problema ai denti».
La columnist britannica, esperta di enogastronomia, ha firmato un lungo editoriale dove si elencano sei ragioni per le quali bisogna smettere di bere prosecco, tra queste il fatto che si tratta di un «vino poco costoso», e che l'ubriacatura risulti particolarmente dolorosa, paragonata a «farsi cavare gli occhi e averli sostituiti da pear drops» (famose caramelle aromatizzate). Insomma, un castigo di Dio, che oltretutto «distrugge i denti, lacerando lo smalto, bucandoli e facendoli uscire dalle gengive».
Come spiegare un attacco così frontale e antiscientifico? La ragione è forse nel link. In fondo alla pagina, in basso a sinistra, ecco la spiegazione: un piccolo logo suggerisce l'idea che l'articolo del Guardian sia un contenuto pagato dalla Britain's Beer Alliance, organizzazione che rappresenta birrai, pub e aziende nel settore della birra in Gran Bretagna. «La certezza arriva seguendo un link interno che porta poi a un'intera sezione del Guardian sponsorizzata dalla stessa organizzazione, intitolata There's a beer for that - spiega Londra Italia, magazine dei nostri connazionali nella city - Qui gli articoli sono molto piú diretti con titoli come Perchè bere vino quando puoi bere birra? Arriva il sommelier della birra». Le reazioni del mondo politico e dei produttori sono, in questo senso, unanimi: si tratta di puro folklore. «È una fake news e chiudiamola qui - commenta il governatrore Luca Zaia - questo prodotto non ha bisogno di difendersi da simili panzane. Con la Docg di Conegliano/Valdobbiadene il veneto esprime il massimo della qualità possibile. Il resto lo fa il fatto che ormai da tempo guardiamo lo Champagne dallo specchietto retrovisore».
Anche Innocente Nardi, presidente del consorzio di tutela del Prosecco Docg, fa spallucce: «Non è la prima volta che viene fuori questa storia. Chiaro che un successo planetario come quello del prosecco sollevi gelosie. Come Docg comunque stiamo monitorando la situazione, perchè nel caso si profilasse un danno di immagine non siamo certo intenzionati a stare a guardare».

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