Nicola, il mago: «Vivo di illusioni»

Martedì 18 Dicembre 2018
Nicola, il mago: «Vivo di illusioni»
PONZANO
Ha fatto della sua passione di bambino un lavoro, che lo ha portato, solo nell'ultimo anno, a prendere più di un centinaio di aerei, e a percorrere, nei cieli, qualcosa come 135mila chilometri. Nicola Previti, 38enne di Ponzano, papà e marito, è anche uno degli illusionisti più apprezzati e richiesti d'Italia, e fa una vita che in molti invidierebbero: spettacoli sulle più lussuose navi da crociera, a ogni latitudine. Senza dimenticare la solidarietà, visto che ha devoluto i ricavi dell'ultimo spettacolo a Giavera alla provincia di Belluno, pesantemente colpita dall'ondata di maltempo di fine ottobre.
Com'è nata questa tua passione, Nicola? Come si diventa mago?  
«E' una domanda che mi fanno moltissime persone, in realtà fin da bambino sono stato folgorato dalla regina delle arti, l'arte magica. Avevo solo sette anni, quando Babbo Natale mi fece trovare sotto l'albero la scatola del grande mago. Da lì fino all'età dei 14 anni rimase un semplice passatempo. In quel periodo, in televisione ogni sabato sera andava in onda Il grande gioco dell'oca: puntualmente rubavo ai miei genitori il telecomando per assistere alle prodezze del mio idolo, il grande mago Martin. Venni a sapere anni dopo che quel famoso mago abitava a Maserada, a due passi da casa mia. Riuscii a incontrarlo e da quel giorno tutto cambiò».
Cosa accadde?
«All'età di 18 anni riuscii ad iscrivermi al Club Magico Italiano. Cominciai con la micro magia, cioè la magia a stretto contatto con il pubblico, imparai i primi effetti con l'ausilio di un mazzo di carte. Importanti marchi nazionali ed internazionali cominciarono a interessarsi a me per intrattenere i loro ospiti in occasione di eventi aziendali, cene di gala, o per il lancio di nuovi prodotti. Successivamente mi sono dedicato alla magia da scena, toccando sia l'escapologia, cioè l'arte di liberarsi da qualsiasi legatura, che il mentalismo, leggere la mente delle persone. La svolta però è arrivata quando dopo un processo di maturazione ho deciso di studiare effetti che prevedevano il far sparire, levitare o tagliare in due una assistente: le grandi illusioni. Nel 2013 è arrivato il debutto sulla nave da crociera più lussuosa al mondo: la Paul Gauguin nelle acque della Polinesia Francese».
Consiglieresti a un bambino questa carriera?  
«Non so se mi sentirei di consigliarlo. Questo mestiere comporta anche molti sacrifici. Le persone vedono la punta dell'iceberg, ma la parte sommersa è composta di concorrenza agguerrita, compromessi, delusioni e soprattutto un'incertezza costante sulle prospettive future di lavoro. In Italia l'artista è visto come un lavoro marginale e le tutele di previdenza sono quasi nulle. Ecco perché a mio figlio consiglierei forse di fare il dentista».  
Come definiresti la tua vita attuale?  
«Mi considero fortunato, per diverse ragioni: faccio il più bel lavoro al mondo, posso esibirmi in contesti molto lussuosi, sempre diversi , e ho la straordinaria occasione di scoprire angoli di mondo meravigliosi ed essere pagato per farlo. E poi, la possibilità di poter condividere tutto questo con mia moglie. L'affinità e l'intesa nel lavoro la trasportiamo anche nella vita».
Raccontaci dove sei stato.
«Ho visitato il polo nord con il sole a mezzanotte, la Cina camminando sulla grande muraglia, il Giappone visitando i due crateri delle due bombe nucleari di Hiroshima e Nagasaki, oltre a tutti i porti che si affacciano sul Mediterraneo. Ho mangiato cose indescrivibili, fatto il bagno con gli squali, visto i pinguini, visitato straordinari templi buddisti. Insomma un turista per caso pagato. Un po' il sogno di tutti».
Lina Paronetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci