Nicola: «Lo chef? È come un prete»

Mercoledì 22 Ottobre 2014
Dalla coltivazione dell'orto al piatto d'alta cucina, servito su un vassoio che mixa cultura, enogastronomia ed estetica. È la filosofia di Nicola Dinato, classe '81, chef a Castelfranco, agricoltore a Piombino Dese, dove coltiva l'orto di famiglia, testimonial dell'azienda Master Gnocchi Io, ora anche autore di "Vita da Cuoco", romanzo autobiografico uscito da poco per Editoriale Programma. «Un racconto di vita vera che svela i segreti delle cucine nel mondo, dalle più infime alle più blasonate. Potrà essere di stimolo o di sconforto per i giovani aspiranti chef - racconta Dinato - Fare il cuoco è come andare prete. Deve esserci una vocazione dentro».
Com'è iniziata l'avventura?
«Per me la gavetta è iniziata prestissimo, da una stagione estiva a Stoccarda a 15 anni. Decisi subito di sfruttare il mio lavoro per assorbire altre culture. Appena diplomato, sono partito per Londra. Dopo vari tentativi, l'ingresso a Le Gavroche nella cucina di Michel Roux Jr é stato il vero trampolino di lancio, la grande scuola classica francese, vera palestra per affrontare in seguito cucine come Le Louis XV a Montecarlo di Alain Ducasse, El Bulli di Ferran Adria a Roses, in Spagna, all'epoca nel sogno di tanti cuochi dallo spirito libero, fino a dirigere una brigata di venti cuochi da David Bouley, lo storico bistellato di New York».
E poi?
«Poi ho sentito la necessità di stabilizzarmi un po' con Elodie, compagna di viaggio e moglie ora. Inizialmente passare da Manhattan alla campagna veneta é stato lo shock più grande. Ma era giunto il momento di realizzare il grande sogno che ogni cuoco ha nel cassetto, avere il proprio ristorante. Così assieme a Elodie nel 2001 ho aperto un locale in cui la cucina è in vetrina e si vede dalla strada, il Feva. Ho scelto come location Castelfranco, una cittadina che comunica molto bene con le principali province venete, un crocevia tra Venezia, Padova, Vicenza e Treviso».
Ora 'è anche un cortometraggio, "Oltre il Piatto", visibile sul canale della Word Pictures, in Vimeo.
«Un'idea che ho sviluppato assieme a Federico Basso e Alberto Coppe della Wolf Pictures, per coinvolgere il pubblico in primis, spero i clienti poi, nel soffermarsi un po' di più davanti ad un piatto di alta cucina, assaporando con gli occhi oltre al gusto anche l'enorme lavoro che c'è dietro, come nell'artigianato o nell'arte».

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