Negozi in crisi, ma è boom di ambulanti

Domenica 21 Ottobre 2018
Negozi in crisi, ma è boom di ambulanti
L'INCHIESTA
TREVISO Tempi duri per il commercio di Marca. La fotografia dei nuovi esercizi al dettaglio, ma anche dei negozi storici, è quella di un mercato in sofferenza. Oltre alla contrazione degli acquisti, si aggiunge il caro affitti: e così l'unica voce in attivo è quella dell'e-commerce e della presenza in sede non stabile. Ambulanti in crescita, e si tratta soprattutto di commercianti stranieri, e presenze nei mercati rionali o coperti. «Anche su scala nazionale -conferma il presidente della Confcommercio Mario Pozza- un fenomeno da segnalare è quello della crescita consistente del commercio ambulante  che registra un aumento di 7.9 punti percentuali  tra il 2011 e il 2018. Questo risultato è interamente legato alla diffusione delle attività gestite da stranieri, mentre gli ambulanti italiani si sono ridotti del 13,7%».
GEOGRAFIA
Ma qual è la geografia del piccolo commercio sul territorio comunale? Consolidando un trend rilevato per il complesso delle attività e per tutto il territorio provinciale, anche le attività del commercio al dettaglio presenti nel Comune di Treviso presentano una dinamica in contrazione delle sedi d'impresa (-17 attive tra il 2009 ed il 2017) cui fa da contraltare una crescita delle unità locali dipendenti (+12 nel periodo 2009-2017) avvenuta soprattutto nell'ultimo biennio (+35). Tuttavia, il dato complessivo è somma di andamenti diversificati ove si scenda nel dettaglio delle attività del comparto.
AFFARI SUL WEB
Si rileva una dinamica positiva in particolare per l'e-commerce (+33 unità tra il 2009 e il 2017), il commercio porta a porta con dimostratore (+21) e il commercio effettuato per mezzo di distributori automatici (+12). Al contrario, dal 2009 a oggi, hanno vissuto una maggiore sofferenza i negozi di abbigliamento (-32 unità tra sedi legali e unità locali dipendenti), orologiai e gioiellerie (-9), vendita di mobili, di articoli per l'illuminazione e altri articoli per la casa in esercizi specializzati (-10), vendita di articoli di seconda mano, inclusi i negozi di antiquariato (-8), i negozi di ferramenta e altri materiali da costruzione (-10), i negozi di giornali, riviste e periodici (-6) nonchè le mercerie e altri negozi di filati e tessuti (-3).
NUMERI INQUIETANTI
«Treviso purtroppo si allinea al dato nazionale -riprende Pozza- L'analisi dei dati del Registro delle imprese mostra che, sempre dal 2009 a oggi, il commercio ha perso quasi 13mila unità. In controtendenza rispetto al totale delle imprese, che sono aumentate dello 0,2%, le attività di questo comparto si sono ridotte dell'1,5%. A pagare le difficoltà di mercato e il calo dei consumi sono state soprattutto le imprese di piccole dimensioni. Quelle con meno di 5 addetti, infatti, sono diminuite del 2,4%, mentre quelle con oltre 6 addetti sono aumentate del 21,7%. L'analisi del fatturato  sulle società mostra poi che, tra il 2010 e il 2016, a eccezione degli iper e supermercati, di alcuni esercizi specializzati e dei distributori di carburante, tutte le performance sono state negative».
VITA MEDIA E TURNOVER
La vita media di queste imprese è di 11.6 anni, un po' al di sotto di quanto si verifica nel totale delle imprese. Il turnover è piuttosto accentuato soprattutto nei primi anni: in 3 anni chiude una impresa su 4, quando sul totale dell'economia lo stesso rapporto è di una impresa su 5. Le attività specializzate nelle vendite via internet sono infatti più che triplicate tra il 2009 e il 2018 crescendo a una media del 14% l'anno. «Prendendo a riferimento il periodo 2009-2017 possiamo quindi concludere che nel comune di Treviso cedono gli esercizi di abbigliamento e, in misura minore, il commercio alimentare. Non ci sono evidenze di settori in forte controtendenza positiva, compresa telefonia e la bolla delle sigarette elettroniche. L'altro grande tema -conclude Pozza- resta quello della crescita delle grandi superfici, rispetto alle piccole: e a come questo scompensa il tema del commercio come servizio di prossimità».
Elena Filini
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