Muore in anestesia: due indagati

Domenica 20 Settembre 2020
Muore in anestesia: due indagati
ODERZO
Doveva essere un intervento di routine. Una cosa tranquilla tanto che Vittorio Silvestrini, 72 anni, imprenditore fondatore della Perlarredi di Azzano Decimo (Pordenone), giovedì mattina era andato da solo al Centro di chirurgia estetica a Spresiano. Aveva salutato la moglie Carolina Drusian, non era necessario che lei l'accompagnasse. Nessuno avrebbe mai immaginato che mentre si trovava alla clinica sarebbe stato colpito da un malore che si è rivelato fatale. Inutile l'intervento del 118. La moglie è stata chiamata al telefono da una dipendente che piangendo l'ha informata dell'accaduto. Una tragedia che è stata segnalata alla procura della Repubblica di Treviso. Il pubblico ministero Anna Andreatta ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche attinenti l'imprenditore, delle strumentazioni e dei medicinali trovati nella sala operatoria. I carabinieri di Spresiano si sono intrattenuti a lungo nel centro medico privato, diretto dal dottor Francisco Mora Zambrano, per raccogliere materiali e testimonianze. Sul registro degli indagati sono stati iscritti i due medici presenti durante l'anestesia.
LA SALUTE
L'accaduto ha suscitato forte impressione nell'Opitergino e nel Pordenonese, l'imprenditore era molto conosciuto. I familiari stessi non si capacitano di quanto avvenuto. «Avevo visto papà il giorno prima racconta il figlio Mauro. Abbiamo parlato di lavoro. Ormai era in pensione, l'azienda la mandiamo avanti noi figli. Nondimeno si interessava sempre del lavoro, lo scambio di opinioni era sempre frequente. Mercoledì era al solito, stava bene. Né ci ha mai riferito negli ultimi mesi di avere qualche problema di salute». Nel 2014 gli era stato praticato un intervento chirurgico con l'applicazione di un bypass al cuore. Non aveva avuto più problemi. Tanto che aveva ripreso le sue attività, andava spesso a farsi una lunga camminata sull'argine del Monticano. Qualche tempo fa gli era stato asportato un accrescimento cutaneo da sotto un'ascella. La cicatrice che gli era rimasta però gli dava fastidio. «Specie quando camminava aggiunge il figlio con lo sfregamento del braccio, si infiammava. Papà aveva così contattato il centro di chirurgia estetica per vedere di ridurla. Siamo ancora increduli. Adesso aspettiamo l'esito dell'autopsia, dovrebbe aver luogo lunedì o martedì. Lasciamo che la magistratura faccia il suo lavoro e stabilisca se ci sono eventuali responsabilità». Il funerale potrà essere fissato solo dopo l'esecuzione dell'autopsia.
Annalisa Fregonese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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