Morto da 7 anni: «Vi racconto chi era»

Mercoledì 21 Marzo 2018
Morto da 7 anni: «Vi racconto chi era»
IL CASO
TREVISO «Lelio era una persona molto riservata. Era il classico tipo che camminava rasente ai muri. Ma nel momento in cui si entrava in confidenza si apriva molto volentieri. Non aveva tanti amici. In modo particolare qui a Treviso. Però non voglio pensare di essere stato l'unico ad aver stretto un rapporto un po' più profondo con lui». A parlare è un professore di musica che negli anni 90 ha insegnato al Duca degli Abruzzi. É stato proprio in quel periodo che ha incrociato Lelio Baschetti, l'insegnante di matematica e fisica, che a quel tempo lavorava nello stesso istituto di via Caccianiga, il cui corpo è stato trovato mummificato all'interno del suo appartamento di Venezia.
ULTIMO PRELIEVO
Un ultimo prelievo al bancomat nel settembre del 2011 indica una data che molto probabilmente si avvicina a quella della morte. Baschetti viveva da solo e, in linea con le affermazioni del suo collega, è ricordato ovunque come un uomo con un carattere introverso e solitario. Così solitario che nessuno si era accorto della sua sparizione e aveva provato a cercarlo. Nemmeno la sorella e il cognato che vivono al Lido e che ieri si sono limitati a dire che i rapporti si erano totalmente interrotti una decina di anni fa, ben prima del decesso. Il caso, oltre a scuotere le coscienze per le circostanze della morte e del ritrovamento, ponte anche dei grotteschi paradossi. Il prof deceduto nel 2011 è stato cancellato dall'anagrafe due anni dopo, ma intanto l'Inps ha continuato a versare la pensione sul suo conto corrente che adesso è stato per forza di cose sequestrato.
IL RICORDO
Continua il collega trevigiano: «Nelle materie di insegnamento era molto bravo e preparato. Era solitario, questo sì, lo possono confermare tutti, ma sapeva anche scherzare. Ricordo che entrava a scuola con un sacchetto di plastica con dentro gli stivali che usava per l'acqua alta. E faceva delle battute parlando in veneziano. Cose simpatiche su cui lui era il primo a ridere». Insomma, il professor Baschetti non era chiuso rispetto al resto del mondo. Magari un po' introverso. Ma dopo la laurea in Astronomia aveva scelto di fare l'insegnante di scuola superiore. Non proprio un lavoro adatto a chi vuole stare nell'ombra.
RAPPORTI EDUCATIVI
«Ogni insegnante ha il proprio carattere -sottolinea l'ex docente di musica del Duca- può essere che chi all'esterno sembra estroverso in realtà all'interno della classe non riesca a instaurare con i ragazzi un vero rapporto educativo. Lui, invece, pur introverso, non aveva questo tipo di difficoltà». Ne esce il ritratto di un professore molto attento e disponibile. Qualcuno avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe morto da solo? Dimenticato da tutti per anni? L'ex collega racchiude la sua risposta in una smorfia. «Non mi stupisco più di nulla -spiega a denti stretti- quando ha cambiato scuola ci siamo persi di vista. Ma se viveva da solo e non aveva amici nella sua città, purtroppo non ci si può stupire». «L'unica cosa che mi lascia perplesso è che non si siano accorti di nulla neppure i vicini di casa -aggiunge- questo non me lo so proprio spiegare».
LA PROVA DEL DNA
Per fugare qualsiasi dubbio sull'identità del cadavere mummificato, si attende l'esito dell'autopsia e anche dell'esame del dna. Grazie alla sorella sarà infatti possibile certificare definitivamente l'identità della mummia che al momento del ritrovamento era pressoché irriconoscibile. Al momento non c'è ancora una data per i funerali, bisognerà attendere il via libera del magistrato.
Mauro Favaro
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