Morte di Irina: tutto programmato

Mercoledì 28 Giugno 2017
Morte di Irina: tutto programmato
È stato un crimine preparato nei minimi particolari, un piano studiato a tavolino con crudeltà e freddezza per liberarsi dal peso delle responsabilità per la gravidanza della sua ex ragazza. Sono queste le conclusioni a cui è arrivato il pubblico ministero Mara De Donà che nel chiudere le indagini raccolte in un faldone di oltre 900 pagine ha contestato l'omicidio premeditato a Mihail Savciuc, il 19enne moldavo che ha confessato di aver strangolato, il 19 marzo scorso, l'ex fidanzata ventenne Irina Bacal, incinta al sesto mese. Per l'omicida la De Donà, alla luce di quella che ha ritenuto essere l'evidenza della prova, ha ottenuto il giudizio immediato che il gip Bruno Casciarri ha fissato per il 5 settembre prossimo in Corte D'Assise a Treviso. Su Savciuc, che con la premeditazione rischia ora la condanna all'ergastolo, pendono anche il reato di occultamento di cadavere e le aggravanti per aver agito per motivi abbietti, che la richiesta di giudizio immediato ha individuato nella volontà di non riconoscere come proprio il figlio che la vittima portava in grembo. Inequivocabili secondo il pm gli elementi che suffragano la premeditazione, in particolare quanto emerso dalle analisi tecniche condotte sullo smartphone di Savciuc, che la mattina del 19 marzo scorso, quasi 12 ore prima di uccidere Irina, ha effettuato alcune ricerche su google sia in italiano che in moldavo su come si uccide a mani nude e come si riesce a occultare un cadavere. Un cadavere come quello della sua povera ex fidanzata, attirata in una trappola la sera stessa, prima tramortita con due colpi alla testa sferrati con un grosso oggetto e poi strangolata, caricata in auto e portata nel boschetto di Formeniga di Vittorio Veneto dove Mihail ha cercato di seppellire il corpo sotto uno strato di rami e foglie secche. «La mamma di Irina e i suoi familiari invocano una giustizia giusta e rapida e questi provvedimenti vanno indubbiamente nella direzione auspicata». Così Andrea Piccoli, l'avvocato che assiste la famiglia della vittima, ha commentato la contestazione a Savciuc della premeditazione e la decisione del gip di accogliere l'istanza per il rito immediato. Una giustizia rapida e giusta che non potrà però mai lenire il dolore sconvolgente di chi ha perduto la figlia e il nipotino che sarebbe dovuto nascere. Il dolore di chi ha perduto così tanto per mano di quello che dalle 900 pagine di indagini si rivela come un omicida freddo, calcolatore e spietato.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci