MONTEBELLUNA
Ha dovuto cambiare medico di famiglia. Ma il suo vecchio dottore,

Giovedì 17 Gennaio 2019
MONTEBELLUNA
Ha dovuto cambiare medico di famiglia. Ma il suo vecchio dottore, appena andato in pensione, si è rifiutato di passare al sostituto la cartella clinica personale dell'assistito, contenente tutti gli esiti degli esami, custodita nel suo computer. È paradossale la vicenda che ha per protagonista Antonio Tessariol, 77enne residente nella zona di Montebelluna. Come mai il medico andato in pensione si è rifiutato?
IL CONSENSO
«Mi ha detto che non può per una questione di privacy racconta l'anziano ma che privacy c'è? Sono io a dare il consenso al passaggio dei miei dati». Non è una cosa da poco. Tessariol ha più di qualche problema di salute. Tempo fa è stato colpito da un'ischemia cerebrale. Ne è uscito bene. Ha recuperato. Ma ora deve essere costantemente monitorato. Va da se che il lavoro del nuovo medico di famiglia chiamato a seguirlo sarebbe molto più semplice se potesse controllare con un colpo d'occhio tutta la sua storia clinica. Invece niente.
L'IMPRESA
Al momento al 77enne non resta che provare a ricostruirla partendo da zero. Cioè raccogliendo tutte le carte accumulate negli anni. Un'impresa complessa. E non si tratta di un caso isolato. L'Usl della Marca conosce perfettamente il problema dei medici di famiglia che si rifiutano di passare la cartella clinica dei loro assistiti ai colleghi. «Nel momento in cui c'è l'autorizzazione del paziente, il medico di base dovrebbe passare i dati dice Francesco Benazzi, direttore generale dell'azienda sanitaria provinciale questo in linea teorica. Perché noi come Usl non abbiamo la possibilità di imporre la cosa ai dottori di famiglia che lavorano in convenzione».
LA SOLUZIONE
Le cose cambieranno con il decollo del famoso fascicolo sanitario elettronico. Ad oggi, però, va così. I dati in questione non sono ancora formalmente gestiti dall'Usl della Marca. E quindi ogni medico si comporta come meglio crede. «La cartella elettronica andrà a compimento il prossimo anno», rivela Benazzi. Ci sta lavorando Arsenàl.IT, il centro veneto per la ricerca e l'innovazione per la sanità digitale. Senza rimanere in attesa in modo indefinito, però, i cittadini che si trovano in situazioni del genere hanno già una strada per uscire dal limbo. A suggerirla è lo stesso direttore generale dell'Usl: «I pazienti possono chiedere al loro medico di famiglia di avere la cartella clinica in una chiavetta Usb o in forma cartacea conclude Benazzi e poi è semplice consegnare tutto al nuovo dottore». Nessun medico può rifiutarsi di consegnare i dati della cartella clinica direttamente nelle mani dello stesso paziente. Ci mancherebbe. E così si aggira il problema.
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci