«Mettere su casa in città costa di più»

Sabato 7 Dicembre 2019
L'INTERVISTA /1
TREVISO Nessun sì pronunciato in chiesa nell'anno che sta per finire. E finora un solo matrimonio all'orizzonte per quello in arrivo. Don Giovanni Giuffrida, da due anni parroco della parrocchia del Sacro Cuore in città spiega perché, qui come un po' in tutte le parrocchie della prima cintura urbana, i matrimoni si contano sulle dita di una mano, anche sforzandosi di mettere più anni in fila.
Don Giovanni perché ci si sposa sempre meno?
«Guardando agli ultimi dieci anni la media dei matrimoni celebrati è di uno, massimo due matrimoni all'anno. Come è accaduto quest'anno ci sono stati altri anni trascorsi senza celebrare alcun matrimonio. Il dato di fatto è che assistiamo da almeno dieci anni a una flessione in tutte le parrocchie cittadine. Possiamo provare a leggere questo segno meno nella difficoltà economica che una giovane coppia incontra nel momento in cui inizia a cercare casa. Le soluzioni abitative per i giovani che si vogliono sposare in città sono più difficili da affrontare a livello economico. La casa costa di più».
E' solo una questione di costi o sposarsi oggi fa più paura?
«Se in una parrocchia non si celebrano matrimoni non significa che nessuno in quella parrocchia si sia spostato. E questo lo vediamo dalle pubblicazioni delle nozze che esponiamo in chiesa. C'è anche chi si sposa in altre parrocchie perché nella nostra tradizione è nella chiesa della sposa che si celebra il matrimonio».
Le giovani coppie continuano ad esserci anche senza fiori d'arancio?
«Non è che non ci siano coppie è che oggi scelgono di più la convivenza. Quest'anno al Sacro Cuore abbiamo celebrato 12 battesimi. Le coppie con figli ci sono».
Cosa mette il freno alle nozze oltre ai problemi economici? «Le forme familiari sono diverse. L'accesso al matrimonio sia civile che religioso è reso difficile in un contesto di provvisorietà e di incertezza del futuro. Impegnarsi nella scelta del matrimonio richiede la promessa di un impegno per tutta la vita. E in un momento storico come il nostro a fiato corto che quando pensa al futuro riesce a guardare appena al giorno dopo questo impegno è diventato più difficile. E' in controtendenza».
Cosa chiedono ancora le coppie che non rinunciano al loro progetto di vita insieme?
«Le giovani coppie che vorrebbero sposarsi ci sono ancora. Perché sentono che è una scelta bella. Magari le difficoltà sono legate a motivi sociali non alle scelte personali. Noi parroci siamo chiamati ad essere molto attenti. Per far capire che scegliere il matrimonio è gioia non una condanna. E gli esempi di coppie che festeggiano i 25 se non i 50 anni di matrimonio ci sono per tutti esempi positivi. E le parrocchie si impegnano per mettere in atto percorsi per sostenere le giovani coppie e dare loro coraggio».
A.V.
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