«Meno vincoli, così cambiamo la città»

Lunedì 10 Agosto 2020
L'INTERVISTA
TREVISO Linda Tassinari, assessore all'Urbanistica, ci sta lavorando fin dal primo giorno del suo mandato. L'obiettivo che il sindaco Mario Conte le ha assegnato è rendere più snello l'iter burocratico dei progetti urbanistici, immaginare una nuova città capace di rigenerare gli spazi e proporre nuove servizi. Un'impresa non da poco. E quindi si parla di togliere limiti ormai antiquati, ma anche rivedere i grandi di protezione di edifici che di storico non hanno più nulla. E di ripensare l'uso delle aree comuni di condomini e centri residenziali.
Assessore Tassinari come sta procedendo il progetto di revisione degli strumenti di pianificazione della città?
«È prossimo al via. Il progetto prevede la riorganizzazione non solo delle problematiche urbanistiche ad oggi note, ma anche quelle affiorate a seguito della recente emergenza Covid-19 ed il conseguente lockdown».
E quali obiettivi si pone questa revisione?
«Favorire le attività locali, la residenzialità, la produttività e in generale il ripopolamento del centro e la rigenerazione delle periferie mediante azioni che favoriscano la diffusione della qualità urbana».
Da quale scenario si partirà?
«La puntuale riprogrammazione di molti ambiti urbani, favorendo strumenti che rigenerino, dove possibile e dove di competenza amministrativa, gli edifici dismessi. Il nostro fine è favorire e limitare il consumo di suolo e a vantaggio di investimenti nel territorio secondo principi di eco-sostenibilità».
Come sarà possibile centrare questi obiettivi?
«Azionando varianti urbanistiche ed edilizie che favoriranno nuovi processi, nuove mobilità sostenibili alternative destinate a più attuali mezzi di trasporto e comunicazione».
Obiettivi ambiziosi.
«Puntiamo a moderne visioni degli spazi collettivi da condividere in sicurezza, rinnovate opportunità di vita degli spazi privati, una calmierata pianificazione commerciale che si inserisca nel territorio in ambiti di controllo e con nuovi parametri ecosostenibili, revisioni di aspetti obsoleti che riguardano il patrimonio edilizio esistente col fine di favorire una sua riconversione verso l'emissione zero di co2».
Quindi rivedrete gli strumenti di pianificazione.
«Sì, tutto ciò verrà perseguito dall'Amministrazione con le revisioni, ed in alcuni casi l'eliminazione, di vari limiti normativi presenti, ad oggi, negli strumenti urbanistici».
Basterà?
«Andremo a riprogrammare e riorganizzare alcune funzioni territoriali in attuazione al Documento del Sindaco che saranno, tramite l'attività partecipativa, volano del cambiamento attraverso nuovi accordi pubblico-privato funzionali ed a vantaggio della tutela dell'interesse pubblico, che possano avere nel focus azioni atte alle tanto auspicate riconversioni dei buchi neri della città e degli ambiti non più funzionali col fine di ricucirli».
Facciamo esempi concreti.
«In campo edilizio la sfida riguarderà la rivalutazione delle attuali norme per riorganizzare le problematiche edilizie ad oggi note ma anche quelle affiorate a seguito della recente emergenza. Norme che regolamentino le abitazioni private, in relazione alla nuova necessità di avere luoghi aperti che fungano da sfogo sociale e che migliorino la qualità della vita e ad ambienti privati non più sacrificati da superfici delle unità abitative minime ad oggi forse troppo esigue».
State anche valutando una revisione degli spazi comuni presenti in condomini o complessi residenziali.
«La volontà è quella di introdurre, all'interno dei regolamenti, rinnovate norme per la pianificazione di edifici singoli e collettivi. Andremo a toccare la regolamentazione degli spazi dedicati all'incontro e alla gestione della vita comune quali baby-sitting, aree palestre, spazio nonni nipoti, mense, lavanderie, laboratori comuni. Tutti questi potrebbero essere organizzati anche in nuovi volumi in detrazione per riformulare la qualità della vita rendendo gli edifici adatti a supplire emergenze sociali e migliorando per essi le relazioni in sicurezza».
Mentre in campo urbanistico?
«Verranno pubblicati a breve avvisi finalizzati ad attuare il percorso partecipato e trasparente, previsto dal Documento del Sindaco, e che daranno quindi avvio all'indagine conoscitiva delle reali necessità pianificatorie. Vogliamo favorire il circolo virtuoso che lega interesse pubblico e privato in termini di qualità urbana ed ambientale, servizi, funzionalità, bellezza, attrattività, qualità della vita, socialità, benessere, vitalità del commercio, valore immobiliare».
Si parla anche di grado di protezione degli edifici: tante ristrutturazione sono complicate da vincoli non sempre giustificati dal valore storico dell'immobile.
«L'Amministrazione raccoglierà anche manifestazioni di interesse di autocandidature per la revisione del grado di protezione di edifici non più ritenuti di valore storico, ambientale perché ad esempio rimaneggiati nel tempo o per loro nuove introduzioni. Infine autocandidature per edifici non più funzionali al fondo agricolo, e per regolamentare o compensare attività produttive o commerciale ad oggi dismesse e localizzate in zone improprie in stato di degrado abbandono».
Paolo Calia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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